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scrittore britannico Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Philip MacDonald, noto anche con lo pseudonimo di W.J. Stuart o Martin Porlock (Londra, 5 novembre 1900 – Woodland Hills, 10 dicembre 1980), è stato uno scrittore britannico di romanzi gialli e di fantascienza, nipote del teologo e poeta George MacDonald e figlio dello scrittore Ronald MacDonald e dell'attrice Constance Robertson.
Nella sua produzione si ricordano alcuni romanzi fondamentali nella storia del genere, il primo dei quali fu Campana a morto (The Rasp), del 1924, che introduce il personaggio dell'investigatore Anthony Gethryn e fu definito da John Dickson Carr uno dei dieci migliori romanzi gialli di tutti i tempi. Anni dopo, Carr cambierà la lista sostituendo a Campana a morto un altro romanzo di MacDonald, La morte è impazzita (Murder Gone Mad) del 1931, uno dei primi romanzi incentrati sui delitti di un serial killer (termine non ancora coniato all'epoca). Il romanzo ebbe un tale successo che MacDonald riproporrà la stessa formula in Ignoto contro ignoto (dal suggestivo titolo originale X v. Rex) del 1933, scritto con lo pseudonimo di Martin Porlock, che nulla ha da invidiare al modello (in particolare, MacDonald vi porta alle estreme conseguenze la tecnica di fare in modo che l'assassino risulti essere la persona meno sospettabile).
Scrittore che ridefinisce le regole del giallo deduttivo ad ogni romanzo, inserendo elementi di grande originalità, spesso sorprendenti, in L'ombra dell'omicida (recentemente ripubblicato con il titolo di La strana fine di Mr. Benedik, in originale Rynox, del 1930) fa iniziare il romanzo dall'epilogo, mentre in Mandato di cattura (The Nursemaid who Disappeared o Warrant for X, 1938) crea una storia in cui l'assassino non compare mai. Il romanzo più famoso e complesso è sicuramente I nove volti dell'assassino (The List of Adrian Messenger, 1959), portato sullo schermo da John Huston nel 1963 con il film I cinque volti dell'assassino.
MacDonald scrisse anche sceneggiature per il cinema (al suo attivo il trattamento di Rebecca - La prima moglie di Alfred Hitchcock) e la televisione. Scrisse inoltre il romanzo di fantascienza Il pianeta proibito (usando in quest'unica occasione lo pseudonimo di W.J. Stuart)[1], trasposizione letteraria della sceneggiatura del film omonimo (scritta da Cyril Hume come rielaborazione di un racconto di Irvin Block e Allen Adler, a sua volta liberamente ispirato a La tempesta di William Shakespeare).
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