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incidente aereo in Russia nel 1967 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il volo Aeroflot 2230 era un volo passeggeri di linea nazionale da Sverdlovsk a Tashkent, nell'allora Unione Sovietica. Il 16 novembre 1967, un Ilyushin Il-18 operante su tale rotta precipitò dopo il decollo, provocando la morte di tutte le 107 persone a bordo (inclusi dodici bambini). All'epoca fu l'incidente aereo con più vittime in Russia e coinvolgente un Il-18.[1][2]
Volo Aeroflot 2230 | |
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Un Ilyushin Il-18 di Aeroflot, simile a quello coinvolto nell'incidente. | |
Tipo di evento | Incidente |
Data | 16 novembre 1967 |
Tipo | Guasto elettrico e conseguente avaria della strumentazione |
Luogo | Vicino all'aeroporto di Sverdlovsk-Kol'covo |
Stato | Unione Sovietica |
Coordinate | 56°44′29″N 60°48′13″E |
Tipo di aeromobile | Ilyushin Il-18V |
Operatore | Aeroflot |
Numero di registrazione | CCCP-75538 |
Partenza | Aeroporto di Sverdlovsk-Kol'covo, Sverdlovsk, RSFS Russa |
Destinazione | Aeroporto Internazionale di Tashkent, Tashkent, RSS Uzbeka |
Occupanti | 107 |
Passeggeri | 99 |
Equipaggio | 8 |
Vittime | 107 |
Feriti | 0 |
Sopravvissuti | 0 |
Mappa di localizzazione | |
Dati estratti da Aviation Safety Network[1] | |
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Il velivolo coinvolto era un Ilyushin Il-18V prodotto il 25 marzo 1964 con numero di serie 184007002 e marche CCCP-75538. Al momento dell'incidente aveva accumulato 5 326 ore di volo in 2 111 cicli di decollo-atterraggio.[3]
L'equipaggio era composto dal pilota al comando Jurij Abaturov, dal copilota Nikolaj Michajlov, dall'ufficiale di navigazione Anatolij Zagorskij, dall'ingegnere di volo Viktor Ospiščev e dal tecnico radio Jurij Efremov.[4]
L'aereo venne autorizzato al decollo dall'aeroporto di Kol'covo alle 21:02 ora locale. Uno dei quattro motori si incendiò ma la sua elica non venne messa in bandiera e cominciò a generare resistenza; questa provocò una brusca virata verso destra durante la salita ad una velocità di 185 nodi (343 km/h) e a un'altitudine di 475 piedi (145 m). Il velivolo cominciò a scendere rapidamente e colpì il terreno ad una velocità orizzontale di 240 nodi (440 km/h), una velocità verticale di 20 m/s e con un'inclinazione di 37°. Si disintegrò completamente, complicando la successiva indagine.
Il team di investigatori concluse che l'incidente era stato provocato da un'indicazione errata degli orizzonti artificiali e del sistema di bussole a causa di un guasto elettrico, e che l'equipaggio non fu in grado di determinare la corretta altitudine. Il guasto elettrico era stato probabilmente generato dal malfunzionamento del motore e dal suo incendio.[1]
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