Vincenzo Schiavio
pittore italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Vincenzo Schiavio (Gorla di Veleso, 1888 – Como, 9 settembre 1954) è stato un pittore italiano.
Alla morte prematura del padre Carlo, industriale e sindaco di Veleso, fu costretto a lasciare il collegio e guadagnarsi da vivere lavorando nello stabilimento tessile di alcuni parenti. Prese parte alla Grande Guerra come alpino sciatore sull'Adamello, e fu in quella circostanza che esplose in lui la passione per la pittura cui si dedicò per tutta la vita, lavorando nello studio di Via Dottesio 3 a Como. Il tema dominante delle sue opere fu sempre la montagna, dipinta anche negli anni della prima guerra mondiale, nella quale Vincenzo fu impiegato come alpino al fronte dell'Adamello[1]. Abbracciò inizialmente le tecniche del divisionismo, grazie all'amicizia con Baldassare Longoni e Carlo Fornara. Influenzato dall'amico Ugo Bernasconi,[1] Schiavio passò ben presto a un asciutto realismo e infine a uno stile personalissimo con cui rappresentò paesaggi alpestri e visioni di campagna. Espose le proprie opere in molte personali e collettive, fra cui la Biennale di Venezia del 1950 e la Quadriennale di Roma nel 1951. Morì a Como il 9 settembre 1954, stroncato da un male incurabile. Le sue opere sono conservate nella Pinacoteca Civica di Como e in varie collezioni private lombarde. Nel 2021 si è tenuta una mostra monografica presso il Broletto di Como curata da Giorgio Taroni e patrocinata dal Comune di Como.
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