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paleografo italiano (1871-1953) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Vincenzo Federici (Monterotondo, 12 agosto 1871 – Roma, 20 novembre 1953) è stato un paleografo, diplomatista e filologo italiano.
Nato a Monterotondo, comune dell'attuale città metropolitana di Roma nel 1871, laureatosi in lettere nel 1895 con una tesi sul poeta duecentesco fiorentino Rustico di Filippo con il filologo Ernesto Monaci,[1] Federici fu docente per molti anni di paleografia e diplomatica alla Sapienza di Roma, ove ebbe come allievo l'archivista e filologo Giorgio Cencetti, prima come incaricato (1901), poi come professore straordinario ed infine, dal 1910 al 1942, in qualità di ordinario.[1]
Federici si dedicò soprattutto allo studio della scrittura a Roma nel periodo dell'Alto Medioevo e alla minuscola carolina, stile di scrittura nato nei secoli VIII e IX durante il regno di Carlo Magno.[2]
Tra le sue opere maggiori, la pubblicazione dell'edizione critica del Chronicon Vulturnense del monaco Giovanni (1925-1940),[2] riprodotta in anni recenti, 1995, nella collezione "Fonti per la storia d'Italia" dall'Istituto storico italiano.
Oltre alla sua attività di studioso e docente, Federici ebbe incarichi politico-amministrativi: dal 1920 al 1924 fu consigliere provinciale e comunale di Monterotondo e, dal 1921 al 1944, presidente del Consiglio di amministrazione del locale ospedale.[1]
Morì a Roma, a ottantadue anni, nel 1953. Il comune natale lo ha ricordato dedicando al suo nome una via cittadina, una scuola ed un busto.[1]
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