Il ventilatore meccanico, detto anche respiratore nel linguaggio comune, è una macchina ad utilizzo medico che insuffla nei polmoni una determinata miscela di gas e ne consente l'espirazione, in base ad una frequenza impostata ed un appropriato regime di pressioni,[1] ed è utilizzato nella ventilazione artificiale per aumentare o sostituire la ventilazione spontanea di un individuo che presenta insufficienza respiratoria/ventilatoria per malattie che colpiscono il polmone o la pompa toracica.[2] Nel trattamento dell’insufficienza respiratoria, il ventilatore polmonare ha sostituito il polmone d’acciaio.[1]

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Un ventilatore meccanico in funzione.

Grazie alla regolazione di alcuni parametri, il ventilatore polmonare riesce a fare una ventilazione "intelligente".

I principali parametri sono:[1]

  • Volume: misurato in litri, è la quantità di aria che entra o esce dai polmoni;
  • Flusso: misurato in litri al secondo, è la velocità dello spostamento dell'aria;
  • Pressione: misurata in cmH2O, è la forza motrice della movimentazione dell'aria.

Esistono altre due grandezze derivate dai parametri principali:[1]

  • Resistenza: è la pervietà che l'aria incontra;
  • Compliance: è la cedevolezza delle pareti biologiche.

Storia

La storia del ventilatore meccanico inizia con i primi modelli di quelli che sarebbero stati successivamente chiamati polmoni d'acciaio, ampiamente utilizzati durante le epidemie di poliomielite del ventesimo secolo.

La rivoluzione più importante nelle unità di terapia intensiva è avvenuta nel 1971 con l'introduzione del ventilatore SERVO 900 ideato da Björn Jonson e prodotto dalla Elema-Schönander.

Note

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