Valeriana locusta

specie di pianta della famiglia Valerianaceae Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Valeriana locusta

Il songino (Valeriana locusta L., 1753) è una pianta edibile appartenente alla famiglia delle Caprifoliacee[1][2].

Etimologia

Il suo nome botanico si deduce dal latino valere 'avere forza', nel senso di 'avere efficacia'[3]. Altri suoi nomi possono essere:

  • Valeriana insalata od olitoria (lat. olus = orto, ortaggio, per il botanico Linneo), per distinguerla, appunto, dalla sua parente fitoterapica (la "officinalis")
  • Soncino o songino, dal greco σόγχος 'sonchos', ovvero 'cardo selvatico'[4]

Descrizione

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Fiori di songino

Il songino è una pianta erbacea annuale, generalmente annuale invernale, che raggiunge un'altezza compresa tra 5 e 15 cm. Le sue foglie semplici vanno da 5 a 30 mm di lunghezza e sono riunite in una rosetta basale di foglie. A seconda della varietà, le foglie sono larghe o strette, rotonde o appuntite e presentano diverse tonalità di verde.

I fiori sono riuniti in piccole ombrelle arrotondate. I fiori piccoli, zigomorfi, sono quintuplici e misurano da 1,5 a 2 mm di lunghezza. I cinque petali azzurri sono fusi. Sono presenti solo tre stami. I frutti sono piccole noci asimmetriche lunghe 2-4 mm.

Cresce in tutto il territorio Mediterraneo, ed è presente in tutte le relative zone a clima temperato. Oltre a essere un ortaggio comune, si può trovare allo stato spontaneo, in primavera, nei campi, nei giardini e sui vecchi muri.

Distribuzione e habitat

Il songino è diffuso in Europa, Macaronesia, Africa settentrionale e Asia occidentale.[5] In altri paesi si presenta come neofita.[6] Cresce su terreni da freschi a moderatamente freschi, ricchi di nutrienti e basi, sabbiosi o argillosi puri in un clima invernale mite e umido.

Coltivazione

Il songino è stato coltivato come pianta da insalata fin dal Neolitico.[7] Viene coltivato come coltura secondaria sia all'aperto che in serra e a seconda del periodo di semina autunnale, la raccolta può avvenire dalla fine di marzo e aprile dell'anno successivo. La resa nella coltivazione in campo è di circa 0,4 kg/m² di superficie coltivata, mentre in serra è da 1 a 1,5 kg/m².

In pieno campo la semina per i raccolti autunnali avviene da luglio ad agosto e per lo svernamento nella prima metà di settembre. È diffusa anche la coltivazione in serre non riscaldate; il periodo migliore per la semina è la prima metà di settembre, ma è possibile anche fino alla fine di ottobre.[8][9]

Usi

È da consumarsi liberamente in insalate, in maniera analoga alla lattuga e alle cicorie (radicchi). Viene spesso indicata per chi è debole di stomaco, poiché molto digeribile. Le caratteristiche organolettiche ricercate sono offerte dalla piantina giovane e dalle sue morbide foglie; quando viene lasciata maturare, la pianta si allunga per la fioritura e la produzione di semi fino a 30-40 cm di altezza, riduce quindi la propria massa fogliare e sviluppando porzioni meno gradevoli al palato (stelo e fiori); nella sua ultima fase di sviluppo infatti, la valerianella è più appetibile in forma cotta. Per il discreto contenuto di vitamine A, B e C, potassio, calcio, fosforo, ferro[10] diventa un alimento molto importante di equilibrio nella crescita.

Note

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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