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Vajont (torrente)

torrente delle Alpi orientali Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Vajont (torrente)
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Il Vajont (pronuncia: /vaˈjɔnt/[1]) è un torrente che scorre in Friuli-Venezia Giulia (Friuli occidentale) e in Veneto orientale. Il torrente nel corso dei secoli ha scavato una stretta e lunga valle, nota come Valle del Vajont[2].

Fatti in breve Stato, Regioni ...
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Origine del nome

Riepilogo
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Il nome vajont di origini dialettali, Vajo, appare già in documenti dal 1300, con diverse grafie: "Vaiote", "Vaion" e "Vajont". L'origine del nome è ladina, dal significato "viene giù" o "va giù " appunto va jont e da "vallis" che significa valle. Se si accentua in "Vallion", diventa Vajon "vallone" grande valle, mentre la t finale ha solo un valore rafforzativo.

Termini simili si trovano anche in altre valli, come ad esempio nel Vicentino Vajo.

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Frana del Monte Toc
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Diga del Vajont

Percorso

Il torrente Vajont nasce alle pendici settentrionali del Col Nudo e dopo aver disegnato un arco forma il lago del Vajont. Dalla sorgente, tra la Forcella col de Pin e la Val Mesaz a circa 1900 m s.l.m., dopo un percorso di poco più di 30 chilometri, confluisce nel fiume Piave all'altezza del comune di Longarone, in provincia di Belluno.

La diga e il disastro

Lo stesso argomento in dettaglio: Diga del Vajont e Disastro del Vajont.

Negli anni cinquanta si progettò il "Grande Vajont" dalla SADE che ideò la costruzione della diga. I lavori iniziarono nell'estate del 1956 e terminarono ufficialmente nei primi di novembre del 1961. Intanto, con il verificarsi dell'incidente di Pontesei, dove una frana di 3 milioni di metri cubi di roccia scivolò nel lago, travolgendo un operaio, il cui corpo non venne mai ritrovato, si temeva che qualcosa del genere potesse accadere nel Vajont.[3]

Alle 22:39 del 9 ottobre 1963 circa 260 milioni di metri cubi di roccia precipitarono dal monte Toc ad una velocità di 110 km/h nell'invaso del lago. La conseguente tracimazione dell'acqua creò tre onde alte più di 250 m di altezza: la prima fece una sorta di giravolta, lambì Casso e ricadde sulla frana, formando il laghetto di Massalezza; la seconda si diresse verso le borgate di Erto, e la terza, che si rivelò la più disastrosa, scavalcò la diga che non cedette e si diresse verso la Valle del Piave, colpendo Longarone. Altri danni si ebbero a Soverzene, Ponte nelle Alpi, al Borgo Piave di Belluno fino a Vas distante all'incirca 50 km dalla diga del Vajont. La stima delle vittime del disastro portò a 1.917 i morti anche se vennero recuperati solo 1.500 cadaveri.[4]

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