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linguista, lessicografo, accademico e saggista italiano (1932-2017) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Tullio De Mauro (Torre Annunziata, 31 marzo 1932 – Roma, 5 gennaio 2017) è stato un linguista, lessicografo e saggista italiano, ministro della pubblica istruzione dal 2000 al 2001 nel governo Amato II.
Tullio De Mauro | |
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Ministro della pubblica istruzione | |
Durata mandato | 26 aprile 2000 – 11 giugno 2001 |
Capo del governo | Giuliano Amato |
Predecessore | Luigi Berlinguer |
Successore | Letizia Moratti |
Dati generali | |
Partito politico | Indipendente |
Titolo di studio | Laurea in lettere classiche |
Professione | Linguista e professore universitario |
Figlio di un chimico e di un'insegnante di matematica, fratello del futuro giornalista Mauro De Mauro, nell'immediato dopoguerra frequentò il liceo classico "Giulio Cesare" di Roma.[1][2] Nel 1951 si iscrisse al Partito Liberale Italiano per favorirne la sinistra interna legata alla rivista Il Mondo.[2]
Esponente della scuola linguistica romana,[3] ha insegnato Linguistica generale e ha diretto il dipartimento di scienze del linguaggio nella facoltà di lettere e filosofia e successivamente il dipartimento di studi filologici, linguistici e letterari nella facoltà di scienze umanistiche dell'Università la Sapienza di Roma, dipartimenti che ha contribuito a fondare, insieme ad Alberto Asor Rosa.
Allievo di Antonino Pagliaro, ha insegnato a vario titolo in diverse altre università italiane (Napoli "L'Orientale", Palermo, Chieti, Salerno, Università Telematica Internazionale "Uninettuno") dal 1957, come professore di prima fascia dal 1967.
Ha tradotto il Corso di linguistica generale (Cours de linguistique générale) di Ferdinand de Saussure, che ha avuto, insieme ad alcuni autori strutturalisti, una certa influenza sul suo pensiero. Ha presieduto la Società di Linguistica Italiana (1969-1973) e la Società di Filosofia del Linguaggio (1995-1997). Nel novembre 2006 ha contribuito alla fondazione dell'associazione Senso Comune per un progetto di dizionario informatico, di cui era presidente. Era socio ordinario dell'Accademia della Crusca.[4]
Dal novembre 2007 ha diretto la Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e presieduto il comitato direttivo del Premio Strega.
Da linguista De Mauro ha più volte denunciato, negli ultimi anni della sua vita, il preoccupante fenomeno dell'analfabetismo funzionale che affligge una consistente percentuale della popolazione italiana.
In alcune pubblicazioni, ha prefigurato una possibilità d'uso della lingua esperanto nel contesto delle istituzioni europee, come "interfaccia neutra" fidefacente nella redazione dei testi normativi e dei documenti ufficiali dell'Unione Europea.[5][6][7][8]
Nel giugno 1971 sottoscrisse la lettera aperta pubblicata sul settimanale L'Espresso sul caso Pinelli. Nell'ottobre dello stesso anno sottoscrisse l'autodenuncia di solidarietà a Lotta Continua.
Nel 1975 fu eletto al Consiglio regionale del Lazio nelle liste del PCI. Nel 1976 fu nominato assessore alla cultura, incarico che tenne fino al 1978.
Fu ministro della Pubblica Istruzione nel Governo Amato II (dal 26 aprile 2000 all'11 giugno 2001).
Dal 2001 al 2010 presiedette Mondo digitale, fondazione del comune di Roma, da cui fu rimosso nel giugno 2010 dalla giunta Alemanno, per ragioni anagrafiche secondo la giunta, per ragioni ideologiche secondo De Mauro.[9]
Collaborò a giornali e settimanali: dal 1956 al 1964 al settimanale Il Mondo; dal 1966 al 1979 al quotidiano Paese Sera; dal 1981 al 1990 con rubriche fisse sulla scuola (1981-1985) e il linguaggio (dal 1986) al settimanale L'Espresso. Collaborò saltuariamente con L'Unità, La Stampa, La Repubblica, Il manifesto, Il Sole-24 Ore, Il Mattino e regolarmente con Internazionale - con le rubriche La parola, dal 2006, e Scuole,[10] dal 2008.
Tra il 1960 e il 1973 collaborò spesso a trasmissioni radiofoniche e televisive della RAI, con cui riprese a collaborare di nuovo nel 1997-2000. Dal 1978 collaborava a cicli di trasmissioni radio e televisive della RTSI (Radiotelevisione della Svizzera Italiana).
Era fratello minore di Mauro De Mauro, giornalista de l'Ora di Palermo rapito e ucciso dalla mafia nel settembre 1970. Fu genero di Leopoldo Cassese[11] e padre di Giovanni De Mauro, direttore della rivista Internazionale.
Ha ricevuto diverse lauree honoris causa: nel 1999 dall'Università Cattolica di Lovanio, che l'ha nominato doctor philosophiae et litterarum; nel 2005 dall'ENS (École Normale Supérieure) di Lione; il 1º aprile 2008 dalla Waseda University di Tokyo; il 27 febbraio 2009 dall'Università di Bucarest. L'ultima gli è stata conferita il 10 novembre 2010 dall'università Sorbonne Nouvelle.[15]
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