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Tridacna gigas
specie di animali della famiglia Tridacnidae Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La tridacna gigante (Tridacna gigas (Linnaeus, 1758)) è un mollusco bivalve della famiglia Cardiidae.[2]
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Descrizione
È il più grande mollusco bivalve esistente; le sue valve, percorse da larghe costolature longitudinali, possono raggiungere il metro e mezzo di lunghezza.[3] Il peso complessivo è in media di circa 200 kg[4] e può arrivare fino a 300 kg.[5]
Biologia
La Tridacna gigas si nutre sia per filtrazione tramite sifoni, sia tramite alghe Zooxantelle all'interno del mantello.[6]
Queste alghe, oltre a essere responsabili della grande varietà e vivacità dei colori, vivono in simbiosi con l'animale. Per favorire la presenza delle Zooxantelle il mantello si estroflette al di fuori delle valve e possiede particolari organi a forma di lente al fine di concentrare meglio la luce solare. Infatti durante il giorno la conchiglia è aperta e la tridacna vive nell'acqua poco profonda per far penetrare più luce. Di queste alghe, moltissime sono trasportate nella zona viscerale e assimilate. Tramite il sifone la tridacna gigante filtra l'acqua nutrendosi così di plancton.
La Tridacna produce perle opache, irregolari e grossolane che non sono adatte a collane.[7] Le loro dimensioni possono raggiungere circa 25 cm di lunghezza e circa 7 kg di peso.[8]
Riproduzione
Le tridacne giganti nascono maschi, all'età di 8 anni diventano ermafrodite e poi femmine. Questo animale produce fino a 500 milioni di uova a riproduzione che si schiudono entro 24-48 ore. Le larve vivono nel plancton per 1 settimana.[3]
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Distribuzione e habitat
L'habitat di questo mollusco è limitato all'Oceano Pacifico occidentale, nelle aree della Malesia, dell'Indonesia e dell'Australia (Grande barriera corallina), distribuzione indopacifica secondo Samuel Pickworth Woodward.[9] Vive nelle scogliere fino a 15 m di profondità.[3]
Le tridacne crescono più rapidamente grazie all'inquinamento antropico (vedi studio)[10]
Riferimenti nella cultura di massa
Nella mitologia marina, la Tridacna era ritenuta capace di catturare gli uomini trattenendoli per una gamba con l'obiettivo di affogarli.[7]
Note
Bibliografia
Altri progetti
Collegamenti esterni
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