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L'Accordo che regola le attività degli Stati sulla Luna e sugli altri corpi celesti, meglio noto come Trattato sulla Luna o Accordo sulla Luna, venne finalizzato il 18 dicembre 1979 ed entrò in vigore per le parti ratificanti nel 1984. Come seguito del trattato sullo spazio esterno, il Trattato sulla Luna intendeva stabilire un regime per l'uso della Luna e di altri corpi celesti, simile a quello stabilito per i fondali marini decretato dalla Convenzione ONU sulla Legge del Mare.
È stato ratificato solo da Australia, Austria, Belgio, Cile, Filippine, Kazakistan, Libano, Marocco, Messico, Paesi Bassi, Pakistan, Perù, e Uruguay.
Francia, Guatemala, India, e Romania l'hanno firmato ma non ratificato. Non essendo ratificato da alcuna delle principali potenze aerospaziali e non firmato dalla maggioranza di queste, ha una scarsa rilevanza diretta sulle attuali attività spaziali[1].
Secondo Island One Archiviato il 22 novembre 2005 in Internet Archive., il "Trattato sulla Luna" venne "ucciso" da un gruppo di attivisti della L5 Society, tra cui K. Eric Drexler.
Il Trattato si applica alla Luna e agli altri corpi celesti del Sistema Solare, a parte la Terra, oltre che alle orbite attorno ad essi o alle traiettorie verso o intorno ad essi.
Il trattato dichiara che la Luna deve essere usata per il bene di tutti gli Stati e di tutte le persone della comunità internazionale. Esso ha inoltre l'intenzione di prevenire che la Luna diventi un motivo di conflitto internazionale. Le finalità del trattato sono le seguenti:
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