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Trattato del 1382 sottoscritto tra Granducato di Lituania e Ordine teutonico Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il trattato di Dubysa o trattato di Dubissa (in lituano: Dubysos sutartys) consisteva in tre atti giuridici[1] sottoscritti il 31 ottobre 1382 da Jogaila, granduca di Lituania, suo fratello Skirgaila e Konrad von Wallenrode, Maresciallo (e futuro Gran maestro) dell'ordine teutonico.[2] Durante la guerra civile lituana (1381-1384), i cavalieri teutonici aiutarono Jogaila e Skirgaila a sconfiggere lo zio Kęstutis e suo figlio Vitoldo: Cercando di assicurare la realizzazione delle promesse fatte da Jogaila durante il conflitto, i tedeschi organizzarono i negoziati per il trattato in gran segreto[3] e, dopo sei giorni trascorsi su un'isola alla foce del fiume Dubysa (un corso d'acqua che va dalla Samogizia alla Sudovia), le parti giunsero finalmente a un'intesa.[4] L'accordo non fu ratificato e mai entrò in vigore: la guerra civile riprese infatti nell'estate del 1383.
Trattato di Dubysa | |
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Tipo | trattato multilaterale |
Contesto | Guerra civile lituana (1381-1384) |
Firma | 31 ottobre 1382 |
Luogo | isolotto alla foce del fiume Dubysa, Lituania |
Efficacia | Quadriennale |
Condizioni | conversione di Jogaila al cristianesimo, cessione della Samogizia allo Stato monastico, divieto di guerra per il Granducato di Lituania senza approvazione dei cavalieri teutonici |
Parti | Granducato di Lituania Ordine teutonico |
Firmatari | Jogaila, Skirgaila, Konrad von Wallenrode |
Ratificatori | ratifica mai avvenuta |
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Nel primo dei tre documenti, Jogaila promise di battezzarsi e di convertire il Granducato di Lituania al cristianesimo.[5] La Samogizia, regione che separava fisicamente lo Stato monastico in Prussia dalla Terra Mariana amministrata dai cavalieri di Livonia, venne ceduta all'ordine fino al fiume Dubysa dal secondo atto.[2][6][3] Si trattò della prima volta in cui, a crociata ancora in corso, la Lituania rinunciava alla Samogizia.[4] Il terzo atto prevedeva la costituzione di un'alleanza militare per quattro anni: entrambe le parti promisero di aiutarsi a vicenda contro eventuali attacchi esterni.[2] Jogaila accettò inoltre di non scatenare un conflitto senza l'approvazione dell'ordine, a prescindere dal nemico in questione.[3] Tali disposizioni, come si può intuire, limitavano la sovranità di Jogaila: alcuni storici si sono spinti oltre facendo notare che un tale accordo avrebbe di fatto reso la Lituania legata a un rapporto di vassallaggio con i propri avversari di lunga data.[2][1]
Tutti e tre gli atti (ne sopravvivono solo due originali, il terzo è noto da una trascrizione fatta nel 1410)[7] furono firmati da ogni figlio di Algirdas e Uliana di Tver' (Jogaila, Skirgaila, Kaributas, Lengvenis, Karigaila, Vygantas e Švitrigaila)[1] e da Hanul,[8] un mercante di Vilnius che aprì le porte della città nel giugno 1382, permettendo a Jogaila di deporre Kęstutis. Uliana sottoscrisse solo l'atto di concessione della Samogizia all'ordine.[7] Gli storici lituani Ignas Danilevičius e Ignas Jonynas hanno sollevato dubbi sul fatto che tale atto del 1410 fosse autentico, ma la loro tesi non ha riscosso grande successo a livello storiografico.[7]
Kęstutis morì in una cella di prigione del castello di Krėva il 15 agosto 1382, mentre Vitoldo riuscì a scappare pochi mesi dopo e chiese aiuto e protezione allo Stato monastico.[9] Un simile evento pose in ulteriore posizione di vantaggio i teutonici, i quali spinsero per la ratifica (ovvero l'apposizione di timbri ufficiali) al trattato. Benché l'Hochmeister propose in ben cinque occasioni di accordarsi per una data, Jogaila rifiutò costantemente.[2][1] La riunione finale era prevista per il 19 luglio 1383, sulla medesima isola dove per sei giorni ebbero luogo i negoziati. Jogaila giunse come concordato, ma la delegazione teutonica, guidata da Konrad Zöllner von Rothenstein, rimase bloccata vicino a Skirsnemunė, a pochi chilometri dalla loro destinazione, a causa delle acque insolitamente basse del fiume Neman.[10] Jogaila, sentendosi insultato, rifiutò di spostarsi dalla sua posizione e incontrare il Gran maestro, tanto che l'incontro finì per non svolgersi.
Non è del tutto chiaro perché i colloqui diplomatici tra le parti si interruppero. Alcuni suggerirono che Jogaila già sapesse dell'opportunità di sposare Edvige e diventare poi re della Polonia.[7] Vi è chi sostiene che Uliana, madre di Jogaila, disapprovasse la conversione al rito cattolico in quanto lei ortodossa.[11] Altri ancora hanno posto le attenzioni sulla Masovia, dove le tensioni si acuirono quando Jogaila avviò una guerra contro Siemowit IV, sostenitore Vitoldo e amico dell'ordine, e sul tentativo dei tedeschi di manipolare Vitoldo contro Jogaila.[10]
L'ordine teutonico dichiarò guerra il 30 luglio.[5] Essi battezzarono Vitoldo e presero le sue parti nella sua lotta contro Jogaila per riottenere il suo patrimonio. Alla fine, dopo tre anni di battaglie, i due cugini si riconciliarono nell'estate del 1384: Vitoldo riprese possesso delle terre di suo padre ad eccezione di Trakai e Jogaila fu incoronato re di Polonia nel 1386.
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