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genere di uccelli Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Toxorhamphus Stresemann, 1914 è un genere di uccelli passeriformi della famiglia Melanocharitidae[1].
Il nome scientifico del genere, Toxorhamphus, deriva dall'unione delle parole greche τοξον (toxon, "arco") e ῥαμφος (rhamphos, "becco"), col significato di "becco ad arco", in riferimento al loro aspetto.
Le due specie ascritte al genere misurano una dozzina di centimetri di lunghezza circa.
Il loro aspetto ricorda quello delle nettarinie o dei melifagidi: tozzo e paffuto, con corta coda squadrata, zampe forti e soprattutto lungo becco falciforme ricurvo verso il basso.
Il piumaggio è dominato dalle tonalità del giallo-verdastro (ad eccezione della testa, che tende al grigio), più scuro e tendente al bruno dorsalmente e più vivido ventralmente, coi maschi dalle tonalità più vivaci rispetto alle femmine.
Si tratta di uccelli diurni, molto attivi, che vivono da soli o in coppie e sono molto difficili da osservare in quanto timidi e circospetti.
La dieta di questi uccelli sembrerebbe comprendere piccoli artropodi e nettare, tuttavia non sono note le percentuali delle due componenti, in quanto mancano osservazioni sul campo.
La riproduzione è poco conosciuta: il nido è a forma di coppa e la cova pare appannaggio esclusivo della femmina, col periodo riproduttivo che in una specie sembrerebbe limitato alla stagione secca e nell'altra sembrerebbe abbracciare tutto l'arco dell'anno.
Il genere è endemico della Nuova Guinea e di alcune piccole isole circonvicine: le due specie popolano in parapatria la foresta pluviale di pianura e collina e quella montana e nebulosa.
Al genere vengono ascritte due specie[1]:
Genere Toxorhamphus
Per lungo tempo, il genere è stato classificato fra i Meliphagidae: le analisi del DNA molecolare effettuate negli anni '90, tuttavia, ne evidenziarono un'inaspettata affinità molto stretta coi beccabacche del genere Melanocharis, coi quali (assieme al beccabacche maculato) costituiscono una famiglia a sé stante, i Melanocharitidae[1].
Alcuni autori accorperebbero a Toxorhamphus anche gli affini beccolungo minori del genere Oedistoma: tale scelta però è doppiamente errata, prima di tutto perché non rispetta il principio di priorità (Oedistoma è stato istituito per primo, pertanto dovrebbe avere la precedenza nell'utilizzo in un eventuale accorpamento) ed in secondo luogo perché i beccolungo nani del genere Oedistoma, oltre a presentare differenze morfologiche con Toxorhamphus rispetto alla conformazione del tarso[2], si sono inoltre recentemente rivelati più affini a livello genetico ai beccabacche del genere Melanocharis che a Toxorhamphus[3].
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