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monumento funebre dell'antica Roma Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La tomba di Fadilla è un ipogeo di epoca romana ubicato lungo la Via Flaminia a Roma, a Grottarossa: viene così chiamata in quanto ospitava le spoglie di Fadilla, quasi certamente una nobildonna appartenente alla famiglia degli Antonini[1] oppure una schiava.
La tomba venne edificata tra la fine del II e l'inizio del III secolo[1], durante l'età imperiale, lungo la Via Flaminia[2], poco distante dalla tomba dei Nasoni. Venne ritrovata nel 1924 nei pressi della fattoria appartenente ai Casali Molinaro: l'anno successivo gli archeologi scoprirono alcuni reperti che lasciano intendere che nel luogo poteva sorgere una villa; non è noto se la tomba fosse in qualche modo collegata alla residenza[3]. Dopo un restauro di circa quindici anni, dal costo di circa quarantamila euro[4], l'ipogeo è stato riaperto il 22 settembre 2018 in occasione delle giornate europee del patrimonio[1].
La tomba, che originariamente aveva una facciata, andata perduta, dalle forme di un tempio[5] è scavata nel tufo e si presenta in un unico ambiente con soffitto a volta: il pavimento è a mosaico con tessere in bianco e nero disposte a forme geometriche, con al centro la raffigurazione di un uccello che poggia su un ramo[3]. Lungo tre pareti si apre un arcosolio, ognuno contenente una coppia di sepolture poste sotto il piano della pavimentazione: in particolare, nell'arcosolio centrale, sono affrescati due pavoni che tramite il becco reggono una benda a cui è legata una corona[3]; tra le altre pitture[6] si riscontrano geni alati, personificazioni delle stagioni e volti di fanciulli[1]. Un'iscrizione nel muro riporta il nome di Fadilla, posta da parte del marito.
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