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I Tocari sono stati un antico popolo di lingua indoeuropea che abitava nel bacino del fiume Tarim, nella moderna regione dello Xinjiang in Cina. Nel II secolo a.C., insieme agli Asii, i Pasiani (forse collegati con i Parti) e i Sacarauli, provenienti dalla Cina occidentale (gli Yuezhi delle cronache cinesi), distrussero il regno greco-ellenistico della Battriana in Afghanistan e vi fondarono l'Impero Kusana.[1]
Il nome "tocario" è stato attribuito convenzionalmente a queste lingue all'inizio del XX secolo da studiosi che hanno identificato i loro parlanti con un popolo noto nelle fonti greche antiche come i Τόχαροι (Tòcharoi; latino Tochari), che abitavano la Battriana dal II secolo a.C..[2] Questa identificazione è generalmente considerata errata, ma il nome "tocario" rimane il termine più comune per le lingue e i loro parlanti. Il loro nome etnico effettivo è sconosciuto, anche se potrebbero essersi riferiti a se stessi come Agni, Kuči o Agniya, Kuchiya come noto dai testi sanscriti.[3]
Le comunità agricole apparvero per la prima volta nelle oasi del Tarim settentrionale intorno al 2000 a.C. È generalmente accettato, ma non dimostrato, che le Mummie del Tarim dalle caratteristiche est-europee (capelli biondi o rossicci, alta statura), ritrovate in Cina e risalenti al 1800 a.C., siano da collegarsi al Tocario della linguistica.
È stato suggerito che i Tocari siano discendenti dalle culture eneolitiche di Afanasevo e di Tagar. In tal caso sarebbero da collegarsi ad Afanasevo di cui sarebbero il ramo meridionale e civilizzato.
Nel II secolo a.C. gli insediamenti si svilupparono in città-Stato, oscurati dalle popolazioni nomadi a nord e dall'impero cinese a est. Queste città, la più grande delle quali era Kucha, servivano anche come stazioni di passaggio sul ramo della via della seta che correva lungo il bordo settentrionale del deserto del Taklamakan.
La popolazione indoeuropea orientale non è mai stata molto numerosa, limitata come era alle varie città-oasi, tra cui si possono citare: Turfan (il Che-shi cinese), Kucha, Aksu, Karashahr, Cherchen. Per quanto è noto, gli indoeuropei furono sempre divisi in città-stato e piccoli principati, fino alla conquista cinese sotto l'imperatore Wu-Ti, divenendo provincia dell'impero cinese Han con il nome di Paese d'Occidente (Hsi-yu).
La crescente desertificazione del Taklamakan e l'instabilità geopolitica dell'area (invasioni di Unni, Uiguri, Mongoli) devono aver progressivamente indebolito la presenza indoeuropea almeno a partire dal III secolo a.C. Le persecuzioni contro i buddhisti, i nestoriani e in genere contro tutte le religioni straniere nell'843-845 (periodo Tang) devono essere state un altro duro colpo.
È possibile che i resti dei Tocari siano stati assorbiti dagli Uiguri (o Chi-Ti, cioè i Ti rossi, nelle cronache cinesi), immigrati nella regione a partire dall'VIII secolo d.C. e attuali abitatori del Xinjiang-Uigur, tra i quali compaiono legami genetici e talvolta pure caratteristiche somatiche (occhi chiari, forma del viso ecc.) comuni con gli europei. I popoli delle città-stato di Tarim si mescolarono con gli uiguri, la cui lingua uigura antica si diffuse in tutta la regione. Si ritiene che la lingua tocaria si sia estinta nel corso del IX secolo.
Il nome Τόχαροι, Tòcharoi, è storicamente usato per la prima volta da Strabone (Geografia, XI, 8, 2). Di questi Tocari non è chiara né la lingua né l'appartenenza etnica.
È stato proposto che siano popolazioni iraniche dell'Asia centrale affini agli Sciti.
Si può far notare che Thagurus è anche il nome con cui era nota la cosiddetta Serindia, ossia il paese della Seta, cioè l'antica Cina occidentale. In epoca medioevale una parte dell'Afghanistan divenne nota come Tokharistan (nelle cronache cinesi Tu-hu-lo, e nella cultura indiana Tukaras, Tusharas).
Oltre alla precedente accezione, Tocari è anche il nome con il quale convenzionalmente si indicano nel contesto della linguistica gli antichi Indoeuropei non-iranici della Cina occidentale. È verosimile che questi indoeuropei occidentali siano stati i fondatori e primi abitatori delle città-oasi nel deserto di Taklamakan, nel Xinjiang. È chiaramente possibile che i Tocari di Strabone ed i Tocari della linguistica siano connessi, ma non ne esistono prove certe.
Tocario è il nome convenzionale con il quale si indica una lingua letteraria indoeuropea, sorprendentemente non indo-iranica (lingua centum, affine alle lingue indoeuropee del ramo occidentale), parlata nella regione del bacino del Tarim in Xinjiang-Uigur (Cina) fino almeno al XIII secolo.
Ne sono noti due dialetti:
Il nome "tocario" fu proposto dal linguista Friedrich W. K. Müller per raggruppare i due dialetti, basandosi su una catena di ragionamenti che, per quanto plausibili, difficilmente potranno mai essere provati. In effetti si sa che in tocario A, il nome che la popolazione si dava è Arsi, il nome del paese è Arsype, mentre la lingua è designata come arsikantu. Vista la somiglianza è quindi possibile che i cosiddetti tocari siano in realtà da accostarsi agli Aorsi che potrebbero quindi non essere iranici, come in genere si suppone.
Esiste una vasta letteratura buddhista scritta in tocario.
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