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architetto e designer italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Tobia Scarpa (Venezia, 1º gennaio 1935) è un architetto, designer e restauratore italiano.
Ha lavorato per buona parte della sua carriera al fianco della moglie Afra Bianchin (Montebelluna, 28 marzo 1937 – Trevignano, 30 luglio 2011). Le loro opere possono essere trovate in molti musei negli Stati Uniti ed in Europa, fra cui il MoMa e il Louvre[1]. Ha collaborato con aziende come B&B Italia, San Lorenzo Silver e Knoll International[2]. È stato inoltre insignito di numerosi riconoscimenti e premi come il Compasso d'Oro nel 1969 e l'International Forum Design nel 1992. Il lavoro di design della coppia è composto da architettura e oggetti di uso quotidiano tra cui mobili, abbigliamento, design degli interni e lavoro del vetro. Nelle loro progettazioni si sono concentrati sulle possibilità tecniche ed estetiche dei materiali usati. Tobia è stato grandemente influenzato da suo padre, l'architetto e designer Carlo Scarpa.
Figlio dell'architetto e designer Carlo Scarpa, Tobia Scarpa nasce a Venezia il 1º gennaio del 1935. Laureatosi nel 1957 insieme alla futura moglie e collega Afra Bianchin nell'Università Iuav di Venezia, dal 1957 al 1961 Tobia ha lavorato come designer del vetro alla vetreria di Murano Venini, prima di aprire con Bianchin un ufficio di design a Montebelluna[3]. Nel 1960 hanno la prima collaborazione con Gavina, per il quale disegnano la poltrona Bastiano, la sedia Pigreco e il letto di metallo Vanessa. Quest'ultimo è stato rieditato nel 2005 da Cassina nella collezione SimonCollezione, come gli altri arredi un tempo prodotti da Simon. In seguito progettano per B&B Italia le poltrone Coronado ed Erasmo, per Cassina le poltrone Soriana, Compasso d'oro nel 1970, e 925, e per Meritalia, la sedia Libertà, esposta al Louvre[4]. Dal 1960 diventano, insieme agli architetti Castiglioni, progettisti alla Flos[4]. Nel 1964 hanno collaborato con l'azienda di abbigliamento Benetton per progettare la prima fabbrica tessile della compagnia. I coniugi Scarpa hanno disegnato vari negozi Benetton in tutto il mondo, fra cui quello di Friburgo, Parigi e New York[3]. Nel 1973 hanno disegnato la lampada Papillona per Flos, una delle prime ad usare tecnologia alogena[3]. I due hanno in seguito lavorato anche per Fabbian, con le lampade Saturnina e Galeto, e per Veas, con la lampada di metallo Scandola[1].
Dal 2017 è componente del comitato scientifico, con A. Ferlenga e M. Petranzan, della collana di architettura "Obliqua Imagines", diretta da Silvia Cattiodoro.
Per il suo lavoro ha ricevuto numerosi premi tra cui il Compasso d'oro e l'IF Industrie Forum Design Hannover nel 1992. Alcuni oggetti disegnati da Scarpa sono esposti nei più importanti musei del mondo: tra cui la sedia Libertà al Louvre di Parigi[5]. Scarpa, dal 2004 al 2007, sempre con la Bianchin, ha partecipato al restauro di palazzi storici italiani, fra cui il Palazzo della Ragione di Verona[6]. Dal 2002, Scarpa insegna nel Dipartimento di Design dell'Università IUAV di Venezia[7].
Tobia Scarpa è stato sposato con la collega Afra Bianchin, conosciuta all'Università, fino alla sua morte, avvenuta nel 2011[8]. Con lei ha avuto i figli Sebastiano, Niccolò, morti entrambi in due diversi incidenti automobilistici[8], e Carlotta.
(elenco parziale)
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