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nome di un libro, testo o opera d'arte pubblicata Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il titolo di un libro, o di qualsiasi altro testo o opera d'arte pubblicata, è il nome dell'opera che viene solitamente scelto dall'autore.[1] Un titolo può essere utilizzato per identificare l'opera, per collocarla nel contesto, per trasmettere una sintesi minima del suo contenuto e per incuriosire il lettore.
Alcune opere integrano il titolo con un sottotitolo il quale viene definito dalla norma ISO 5127:2017 — ove si presenta il vocabolario generale per il campo della documentazione — come «aggiunta al titolo che fornisce ulteriori spiegazioni, specialmente quando il significato del titolo stesso è ambiguo».[2] Nella citazione bibliografica risulta opportuno indicare anche il sottotitolo, per quanto sia esteso.[3] Nella catalogazione bibliotecaria, un titolo uniforme viene assegnato a un'opera che ha avuto più edizioni o traduzioni e il cui titolo è diverso da un'edizione all'altra.[4]
In un libro il titolo si trova sul frontespizio e si deve citare bibliograficamente nella formulazione linguistica in cui appare sul frontespizio;[5] nel libro moderno è solitamente indicato anche sulla copertina e sul dorso della stessa, nonché sulla sovraccoperta, ma molte volte il titolo completo, incluso l'eventuale sottotitolo, compare solo sul frontespizio.[6]
Durante la lavorazione, un'opera può essere indicata con un titolo provvisorio.
I testi privi di titolo possono essere identificati col loro incipit.
Un testo legislativo può avere sia un titolo breve che un titolo lungo.
Nell'industria musicale i titoli degli album sono spesso scelti attraverso un processo partecipativo che include dirigenti discografici.[7]
L'usanza di dare un titolo (in latino, titulus o inscriptio) a un libro o a un'opera letteraria nasce con il commercio librario[8] e deriva dall'esigenza pratica di conoscere il contenuto di un rotolo di papiro, apponendovi esternamente una targhetta, senza bisogno di svolgerlo.[9]
Ma è con l'avvento della stampa che la titolazione diventa una prassi editoriale, soprattutto a partire dal XVI secolo nel frontespizio.
La maggior parte delle norme bibliografiche, come la ISO 690[10] o l'APA style, prevedono l'uso del corsivo per la trascrizione dei titoli nelle citazioni.[11]
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