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fotografo italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Pier Achille Terzi, detto Tito (Gromo, 6 luglio 1936 – Bergamo, 22 settembre 2010), è stato un fotografo italiano.
Pier Achille Terzi, per tutti Tito, nacque a Gromo in provincia di Bergamo, alta Val Seriana, da Luigi Terzi e Bonsaglia Emma, famiglia proprietaria dall '800 della farmacia storica del paese, accertata presente già nel XVIII secolo. Tito crebbe coltivando la sua passione per la montagna e la fotografia nella medesima casa dello zio paterno Benvenuto Terzi, musicista.
Alla fine degli anni '50 si trasferì con la famiglia a Bergamo dove iniziò a lavorare nella tipografia di Cesare Bonfanti[1]. Negli anni '60 aveva già rappresentato il suo amore per la montagna e per la gente di montagna in migliaia di scatti fotografici[2].
La sua prima mostra in bianco e nero raffigurante i volti della gente delle valli bergamasche si tenne a Gromo nel Palazzo Milesi con la promozione dell'amministrazione comunale[3], mentre il suo primo libro, Il volto di Clusone, edito da Cesare Ferrari, venne pubblicato nel 1975, con testi di don Nicola Morali riscontrando subito grande successo.[4].
Questo libro e successivamente tantissimi altri lo portarono nel 1990 a collaborare nella creazione del mensile Orobie sempre con l'editore Cesare Ferrari, proprio per rispondere al suo intento di valorizzare gli aspetti paesaggistici, sociali e culturali delle Prealpi Bergamasche, documentandone non solo la natura, ma la vita della gente con le sue trasformazioni. La rivista da quasi trent'anni si occupa della Lombardia e delle sue montagne.
Nel 2010 ricevette dal comune di Bergamo l'attestato di Civica benemerenza, riconoscenza che il comune[5] assegna ogni anno alle persone che hanno dato lustro alla città con il loro contributo, con la motivazione: "Grande fotografo e amico del mondo e della civiltà alpina"[6].
Il 28 gennaio 2015 la moglie Adele Tavella con la quale si era unito in matrimonio nel 1971, ha consegnato in deposito ventennale il fondo Terzi formato da 42000 diapositive alla Fondazione Bergamo nella Storia ubicato nel convento di san Francesco[7].
Tito Terzi riuscì a pubblicare una quarantina di libri fotografici frutto di migliaia di scatti che volevano documentare la bergamasca le sue valli e la gente di montagna.
Il giorno 11 ottobre 2015 l'amministrazione comunale di Gromo, suo paese di nascita, gli intitolò una via: la vecchia scalinata che si trova nel centro storico del paese un tempo chiamata Valmezzera e diventata dunque via Tito Terzi[8][9].
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