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personaggio della mitologia greca Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Tiro (in greco antico: Τυρώ?, Tyrṑ) è un personaggio della mitologia greca, figlia di Salmoneo e di Alcidice.[1]
Tiro | |
---|---|
Nome orig. | Τυρώ |
Caratteristiche immaginarie | |
Sesso | Femmina |
Professione | principessa della Tessaglia |
Tiro ebbe una relazione con il dio Poseidone, dal quale nacquero due figli, Pelia e Neleo.[2] Sposò poi lo zio Creteo, da cui ebbe i figli Esone, Fere e Amitaone.[1]
Nel libro XI dell'Odissea, si narra del suo amore impossibile per il dio fluviale Enipeo che oltre a non essere ricambiato da Enipeo, era anche osteggiato da Sidero, la seconda moglie di Salmoneo e Poseidone accortosi della situazione decise di sedurla assumendo le sembianze di Enipeo.[1]
Dall'unione con Poseidone rimase incinta di due gemelli ma quando comprese che i nascituri non erano figli del vero Enipeo, per la vergogna li mise al mondo segretamente per poi abbandonarli su una montagna. Furono salvati da un guardiano di cavalli[1] che ne aveva udito i loro gemiti, in quanto uno dei due era stato inavvertitamente scalciato da uno dei suoi cavalli. Il guardiano chiamò costui Pelia, per il livido che portava sulla fronte e l'altro Neleo. Divenuti adulti, i due vollero vendicarsi contro Sidero e Pelia lo uccise presso l'altare del tempio di Era dove s'era rifugiata.
Finalmente libera dalle angherie della matrigna, Tiro si sposò con Creteo, fratello di Salmoneo e dal quale ebbe i figli Esone (che sarà padre di Giasone l'eroe del vello d'oro), Fere e Amitaone[1].
La vicenda di Neleo, Pelia e Tiro è alla base di un'opera letteraria latina di cui non ci restano che pochi frammenti, il Carmen Nelei.
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