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superficie di gioco Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La terra battuta è una pavimentazione realizzata normalmente in argilla. Viene utilizzata come superficie per campi sportivi, il cui manto è realizzato utilizzando refrattario triturato con varie granulometrie (tipo mattoni o simile) come materiale principale, prevalentemente usata nel tennis, ma anche in altri sport quali le bocce, il tamburello, il baseball o il calcetto.[1]
Nella lingua italiana, a differenza delle altre lingue europee ove se ne considera solo il significato sportivo del termine, talvolta ci si riferisce alla terra battuta anche per definire la superficie di alcune strade o ville comunali ove si pratica il jogging, anche se in realtà in questi casi il manto è solitamente in terra "battuto" solamente dalle persone che lo calpestano o dai veicoli che vi transitano.
Esistono sette tipi di campi di tennis in terra battuta:
Quasi tutti i campi in terra battuta sono realizzati su questo tipo di terra.
Il Roland Garros è l'unico torneo del Grande Slam che si svolge su terra battuta (rossa). Tra il 1975 e il 1977 si disputarono inoltre le uniche edizioni degli US Open su terra battuta (verde).[2]
Tra i nove tornei Masters 1000 / WTA 1000, che rappresentano il secondo livello professionistico dopo il Grande Slam, i tre che si disputano su terra battuta (rossa) sono il Monte Carlo Masters, il Madrid Open e gli Internazionali d'Italia. Tra il 1990 e il 2008 anche il torneo di Amburgo fece parte dei tornei Masters disputati sulla terra battuta. Declassato nel 2009, il suo posto nel calendario fu preso dal Madrid Open, che nelle stagioni precedenti si era svolto in autunno su campi in cemento e da quell'anno si gioca su terra rossa.[3]
Nel tennis moderno la specializzazione va progressivamente scomparendo, ma negli anni 1970 e 1980 molti giocatori erano specialisti esclusivamente della terra battuta. Inizialmente vi furono i primi grandi interpreti del topspin Bjorn Borg e Guillermo Vilas, abili anche nello sfruttare gli errori degli avversari. Negli anni 1980 e 1990 si affermarono giocatori con potenti colpi da fondo campo come Ivan Lendl e i più aggressivi Mats Wilander, Andres Gomez e Jim Courier.[4]
Tra i giocatori che negli anni 1990 adottarono la tattica attendista di Borg vi furono Thomas Muster, altro grande interprete del topspin, e Sergi Bruguera, che con i suoi due successi al Roland Garros inaugurò la grande serie di trionfi dei giocatori spagnoli. Fu poi la volta di Gustavo Kuerten, che vinse tre volte il Roland Garros con il suo potente dritto a una mano, traendo vantaggio dalle nuove corde in poliestere che conferivano maggiore velocità e topspin alle palle. Il secondo spagnolo a vincere a Parigi in quegli anni fu il giocatore d'attacco Carlos Moyá, mentre negli anni 2000 si imposero gli attendisti Albert Costa e Juan Carlos Ferrero.[4]
Il tennista considerato il più forte della storia su questa superficie è Rafael Nadal, soprannominato "The King of Clay",[5] vincitore di quattordici Roland Garros, undici Monte Carlo Masters, dieci Internazionali d'Italia, quattro Madrid Open (torneo che ha vinto precedentemente una volta quando si svolgeva sul cemento indoor) e dodici volte il Torneo Godó. Fra le tenniste spicca Chris Evert, sette volte campionessa al Roland Garros, imbattuta agli US Open nelle tre edizioni del torneo disputate sulla terra battuta (verde), e detentrice del primato di incontri del circuito maggiore vinti consecutivamente (125) su terra battuta.[2][6]
In ragione della possibilità del cosiddetto scivolamento controllato e del maggior tempo di frenata, la terra battuta è considerata la superficie meno traumatica per gli arti inferiori e per l'apparato locomotore in toto.[7][8][9][10]
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