Terme di Agrippa
Terme scomparse della Roma antica Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Le Terme di Agrippa erano un complesso termale di Roma antica, inaugurate nel Campo Marzio nel 12 a.C. ad opera di Marco Vipsanio Agrippa e alimentate dall'Acqua Vergine. Si trattava del primo edificio termale pubblico della città, ed era situato subito a nord dell'attuale Largo di Torre Argentina, tra Corso Vittorio Emanuele, via di Santa Chiara e via dei Cestari.
Terme di Agrippa | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Località | Roma |
Coordinate | 41°53′48.86″N 12°28′37.19″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Furono costruite a partire dal 25 a.C. e nel 19 a.C. entrò in funzione l'acquedotto che le alimentava. Restaurate dopo l'incendio dell'80, che le danneggiò gravemente, vennero ancora ristrutturate da Tito, da Domiziano e da Adriano, quando mise mano anche al vicino Pantheon, opera sempre di Agrippa. Altri restauri si ebbero in età severiana, sotto Massenzio e nel 344-345, da parte di Costante I e Costanzo II.
Sidonio Apollinare le descrive come ancora funzionanti nel V secolo, ma cadute in abbandono probabilmente già nel VII secolo cominciarono ad essere smantellate per il riciclo dei materiali edilizi. È attestata nelle vicinanze una "calcara" per la riduzione in calce dei marmi. L'opera di distruzione si protrasse per tutto il Medioevo e oltre, anche a causa del consistente popolamento dell'area del Campo Marzio.
La pianta delle Terme di Agrippa ci è nota da un frammento della Forma Urbis e da disegni di epoca rinascimentale, anche se ci sono forti probabilità che il disegno noto risalga non alla struttura originaria, bensì ai restauri di epoca adrianea e severiana. A questi ultimi, in particolare, sembrano infatti risalire i resti ancora esistenti.
L'edificio misurava complessivamente tra gli 80 e i 100 metri in larghezza (sull'asse est-ovest) e circa 120 di lunghezza; a differenza delle vicine terme neroniane, l'impianto era ancora di tipo "repubblicano" (come negli edifici di Pompei, quali le "Terme Stabiane"), con ambienti accostati senza uno schema preciso attorno a una grande sala circolare, del diametro di 25 metri: una metà di essa, alta circa 10 m. fino all'inizio della cupola, è ancora conservata e viene popolarmente chiamata "Arco della Ciambella" (pertinente probabilmente ai restauri del II o III secolo).
Le terme erano decorate da numerose statue famose, tra le quali l'"Apoxyómenos" (l'"Atleta che si deterge"), posta all'ingresso della struttura[1], e un leone giacente, entrambe di Lisippo. Plinio il Vecchio riferisce comunque di ambienti ornati "con magnificenza". Alla sua morte Agrippa lasciò le terme in eredità e libero uso al popolo romano, che le considerò sempre come una sua proprietà privata, al punto che quando l'imperatore Tiberio trasferì l'"Apoxyómenos" nella propria residenza, fu presto costretto a restituirlo a rischio di una sollevazione popolare.
Accanto alle Terme si trovava un laghetto artificiale (lo "stagnum Agrippae"), alimentato sempre dall'Acqua Vergine e posto un po' più a ovest, tra le attuali via de' Nari e Corso Vittorio Emanuele. Ricavato dalla regolarizzazione del bacino naturale della Palus Caprae, doveva svolgere le funzioni di natatio (piscina per il nuoto) per le terme. Da qui partiva l'euripo[2] che attraversava tutto il Campo Marzio e si gettava nel Tevere vicino all'attuale Ponte Vittorio Emanuele II.
Dalle terme proviene il Pignone oggi nei Musei Vaticani.
Planimetria del Campo Marzio centrale |
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Stagnum ?
Insulae
d'epoca adrianea Magazzini
? Magazzini
? Magazzini
? Caserma della
I coorte dei Vigiles Via Recta
Portico e tempio
del Bonus Eventus Portico di
Meleagro
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