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film del 1954 diretto da Riccardo Freda Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Teodora, anche noto come Teodora, imperatrice di Bisanzio, è un film del 1954, diretto da Riccardo Freda, qui al suo primo film girato a colori.
Teodora | |
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Gianna Maria Canale in una sequenza del film | |
Lingua originale | italiano |
Paese di produzione | Italia, Francia |
Anno | 1954 |
Durata | 88 min |
Rapporto | 1,37:1 |
Genere | storico, epico, avventura |
Regia | Riccardo Freda |
Soggetto | André-Paul Antoine, Riccardo Freda |
Sceneggiatura | Claude Accursi, Ranieri Cochetti, Riccardo Freda, René Wheeler |
Produttore | Giuseppe Fatigati |
Casa di produzione | Lux Film, Lux Compagnie Cinématographique de France |
Distribuzione in italiano | Lux Film |
Fotografia | Rodolfo Lombardi |
Montaggio | Leo Catozzo, Helene Turner, Mario Serandrei |
Musiche | Renzo Rossellini |
Scenografia | Filiberto Sbardella, Antonio Valente, Riccardo Freda |
Costumi | Veniero Colasanti, Esther Scott |
Trucco | Giuseppe Annunziata |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori originali | |
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L'imperatore Giustiniano I è succube dei patrizi; mentre si aggira in incognito tra la folla di un quartiere povero di Bisanzio incontra la danzatrice Teodora, che si guadagna da vivere con piccoli furti. Giustiniano si innamora della donna e la sposa. Una volta sul trono, Teodora mostrerà straordinarie qualità politiche salvando il trono e ispirando una profonda riforma dello stato.
In principio i produttori erano orientati a trasporre la storia di Procopio o quella del drammaturgo francese Victorien Sardou. Alla fine si arrivò a un compromesso intrecciando vari episodi dei primi due soggetti giungendo al racconto dell'imperatrice bizantina Teodora, sebbene alterandone la verità storica e snaturando vari personaggi.[1]
Il set del Palazzo Imperiale venne costruito in un edificio di 170 metri di lunghezza nel palazzo delle Corporazioni, all'EUR. Un'area di oltre 7.000 metri quadrati venne utilizzate per l'ambientazione del circo. Qui, inoltre, gli architetti e gli scenografi Antonio Valente e Filiberto Sbardella[2] utilizzarono più di mille metri cubi di marmo, travertino bardiglio e porfido col quale costruirono due ali di gradinate di 8 ordini, lunghe ciascuna 120 metri, e pianificando il terreno con 25.000 metri cubi di terra. Ci si avvalse infine di quasi cinquemila comparse[1].
Ispirato alla storia dell'imperatrice dell'Impero bizantino Teodora, il film non ha però quasi fondamento storico. In particolare:
«[...] I colori, le sontuosità dei costumi e delle architetture appagano certo l'occhio; fin troppo, che riescono a distrarre l'attenzione degli spettatori dalle vicende sentimentali ed eroiche. Tutta la parte coreografica è spettacolosa, e non c'è economia di nulla, dato anche che le bizantinerie dell'ambiente si prestavano al lusso più sfrenato. Corse, battaglie, fughe nello sfondo maestoso del colonnati del Circo, dei palazzi Imperiali, rendono Io spettacolo avvincente, anche se pletorico e un tantino grottesco per coloro che non si contentano di film di gusto popolare. Gli interpreti non spiccano per eccellenza di interpretazione, ma va tenuto conto che sono come bloccati nel convenzionale.»
Il New York Times dopo la distribuzione del film nelle sale statunitensi scrisse: "Cecil B. DeMille, nostro più importante regista, dovrebbe imparare da Freda".[4]
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