Tempio di Giove Tonante
tempio della Roma antica Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Il tempio di Giove Tonante fu un tempio romano eretto durante il principato di Augusto nella città di Roma.[1] Non sono state trovate testimonianze archeologiche dell'edificio, probabilmente distrutto durante un incendio nel I secolo. L'esistenza del tempio è attestata da alcuni passi di Gaio Svetonio Tranquillo, che lo cita nella sua opera Vite dei dodici Cesari.
Il tempio venne eretto da Ottaviano per tener fede ad un voto fatto durante le guerre cantabriche, in Spagna, in un episodio del 26 a.C.: Svetonio riferisce che mentre l'imperatore veniva trasportato su una lettiga durante una marcia notturna, il fulmine uccise il servitore che lo precedeva con la fiaccola e per ringraziare la divinità di avergli concesso la salvezza, fece voto della costruzione di un tempio.
«Consacrò un tempio a Giove Tonante per uno scampato pericolo: durante una marcia notturna, al tempo della spedizione contro i Cantabri, un fulmine aveva colpito la parte anteriore della sua lettiga e ucciso il servo che lo precedeva con una fiaccola.»
La costruzione dovette iniziare dopo il ritorno di Ottaviano a Roma nel 24 a.C. e il nuovo edificio fu inaugurato il 1º settembre del 22 a.C.[2]. Plinio il Vecchio riferisce, nella sua Naturalis historia, che il tempio venne costruito interamente in marmo[3] e che ospitava la statua del dio opera dello scultore Leocare[4]. Un aneddoto narra in proposito del tempio di un sogno di Augusto, nel quale Giove Ottimo Massimo, venerato nel massimo tempio cittadino capitolino, si sarebbe lamentato di venire trascurato, e Augusto gli avrebbe risposto di aver creato con la costruzione del nuovo tempio un portiere per l'area sacra a lui dedicata.
«Sognò che Giove Capitolino si lamentava che gli erano stati sottratti i suoi adoratori e che egli aveva risposto di aver messo Giove Tonante presso di lui come portiere.»
Sebbene le fonti indichino chiaramente la sua posizione alle pendici del Campidoglio verso il Foro Romano, manca qualsiasi resto di questo antico edificio: un'immagine si trova su una moneta di Augusto, che lo mostra con facciata esastila, ossia con sei colonne frontali, con una statua del dio intento a reggere uno scettro. Tra il XVI e il XIX secolo le rovine del tempio di Vespasiano, anch'esso collocato alle pendici del Campidoglio, venivano erroneamente identificate per quelle del tempio di Giove Tonante, come si evince da alcune stampe, tra cui una di Giovanni Battista Piranesi.
Planimetria del Campidoglio antico |
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Iseum
Tempio della
Concordia (?) Tempio di
Giove Conservatore Altare
Tensarum
Centus
Gradus Porta Pandana
Inter duos lucos
Tempio di
Fides (?) Tempio
di Ops (?)
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