persona che reca la fiaccola accesa con la fiamma Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il tedoforo (da teda, fiaccola cerimoniale), nella tradizione dei giochi olimpici, è la persona che reca la fiaccola accesa con la fiamma.
La tradizione vuole, infatti, che il fuoco venga acceso durante una cerimonia rituale a Olimpia (località della Grecia oggi facente parte della municipalità di Archea Olympia) tramite uno specchio ustorio da un'attrice impersonante una sacerdotessa del tempio di Era (la romana Giunone); tale fuoco viene usato per accendere la teda del primo di una lunga serie di trasportatori, detti tedofori, che attraverso i passaggi di mano portano la fiamma al luogo della cerimonia d'apertura dei giochi olimpici per accendervi il braciere destinato a rimanere acceso per tutta la durata di detti giochi.
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Nel corso degli anni, è divenuta tradizione far compiere a famosi atleti, o ex-atleti, l'ultimo tratto con la fiaccola olimpica. Il primo noto atleta ad accendere il fuoco nello stadio fu il nove volte campione olimpico Paavo Nurmi, che entusiasmò il pubblico di casa nel 1952. Altri famosi recenti tedofori comprendono il calciatore francese Michel Platini (1992), il campione del mondo dei pesi massimi Muhammad Ali (1996) e la quattrocentista aborigena australiana Cathy Freeman (2000).
Melbourne 1956: Ron Clarke e Hans Wikne (maratona); quest’ultimo accese la fiamma olimpica a Stoccolma dove si svolsero le gare ippiche
Roma 1960: Giancarlo Peris (mezzofondo); non era e non divenne un professionista, ma il CONI aveva stabilito che l'ultimo tedoforo sarebbe stato il vincitore del campionato studentesco di corsa campestre della provincia di Roma, che appunto risultò essere Peris
Montréal 1976: Stéphane Préfontaine (velocità) e Sandra Henderson (ginnastica), entrambi quindicenni e rappresentanti rispettivamente i gruppi francofoni e anglofoni del Canada a simboleggiare l’unità del Paese
Seoul 1988: Chung Sun-Man, Kim Won-Tak e Sohn Mi-Chung. I tre erano rispettivamente un insegnante, una maratoneta e una danzatrice, a simboleggiare l’istruzione, lo sport e le arti figurative quali componenti della cultura coreana[1]
Barcellona1992: Antonio Rebollo (tiro con l’arco), primo atleta disabile ad avere acceso il braciere olimpico nonché primo ad avere acceso il braciere sia alle olimpiadi che alle Paralimpiadi
Londra 2012: i tedofori furono sette giovani sportivi scelti da altrettanti atleti britannici di chiara fama: Callum Airlie (nominato da Shirley Robertson), Jordan Duckitt (da Duncan Goodhew), Desiree Henry (da Daley Thompson), Katie Kirk (da Mary Peters), Cameron MacRitchie (da Sir Steve Redgrave), Aidan Reynolds (da Lynn Davies) e Adelle Tracey (da Kelly Holmes). Ognuno di essi accese la fiamma di un condotto di gas che rappresentava il petalo di un grosso fiore che, una volta acceso, si rivelò essere il braciere
Cortina d’Ampezzo 1956: Guido Caroli, pattinatore di velocità che partecipò alle edizioni del 1948, 1952 e 1956. Pattinando con la fiaccola inciampò su un cavo televisivo ma mantenne accesa la fiamma.
Squaw Valley 1960: Ken Henry, campione olimpico nel pattinaggio di velocità (500 m) ai Giochi del 1952.
Innsbruck 1964: Joseph Rieder, sciatore alpino che aveva preso parte alle Olimpiadi del 1956.
Grenoble 1968: Alain Calmat, pattinatore artistico, vincitore della medaglia d'argento alle Olimpiadi del 1964.
Sapporo 1972: Hideki Takada, studente e pattinatore di velocità.
Lake Placid 1980: Charles Kerr, uno psichiatra dell'Arizona che era stato scelto dagli altri staffettisti per compiere l'ultima parte.
Sarajevo 1984: Sandra Dubravčič, pattinatrice artistica che partecipò alle Olimpiadi del 1980 e 1984.
Calgary 1988: Robyn Perry, studentessa dodicenne e pattinatrice artistica.
Albertville 1992: Michel Platini, ex calciatore, e François-Cyrille Grange, un bambino di 8 anni della Savoia. Platini partecipò alle Olimpiadi del 1976.