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Tartufo bianco della Toscana
varietà di Tuber magnatum che si può trovare in alcune parti dell'Italia centrale Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Il tartufo bianco della Toscana[2] è una varietà di Tuber magnatum che si può trovare in alcune parti dell'Appennino settentrionale (parte orientale) e in una zona centrale abbastanza vasta che si estende dalla provincia di Pisa fino a toccare i confini del Lazio. La specifica legge regionale 50/95 definisce, con l'obiettivo di distinguere le zone di produzione, cinque aree di provenienza: Casentino, Colline Sanminiatesi, Mugello, Val Tiberina e Crete Senesi.
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Alla vista si presenta di colore giallino con tonalità tendenti al verde, con superficie esterna liscia, di dimensioni che spaziano da quelle di un'arachide a quelle di un pompelmo. L'interno è di colore marrone sbiadito con lievi sfumature rossastre e sottili venature più chiare. Va consumato fresco, in quanto il processo di cottura ne altererebbe le proprietà organolettiche.
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Modalità e periodo di raccolta
La normativa vigente prevede, come periodo autorizzato per la raccolta, i tre mesi a cavallo tra il 10 settembre ed il 31 dicembre[3]. Le zone in cui viene raccolto sono di solito le valli umide e ombreggiate, nei versanti collinari esposti a nord o lungo il letto di fiumi e ruscelli.
Note
Bibliografia
Voci correlate
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