Tabiano Castello

frazione del comune italiano di Salsomaggiore Terme Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Tabiano Castellomap

Tabiano Castello è una frazione del comune di Salsomaggiore Terme, in provincia di Parma.

Fatti in breve Tabiano Castello frazione, Localizzazione ...
Tabiano Castello
frazione
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Tabiano Castello – Veduta
Casa del sarto e torre di guardia nel borgo
Localizzazione
Stato Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Parma
Comune Salsomaggiore Terme
Territorio
Coordinate44°47′34.15″N 10°01′23.92″E
Altitudine329 m s.l.m.
Abitanti12[2]
Altre informazioni
Cod. postale43039
Prefisso0524
Fuso orarioUTC+1
Cartografia
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Tabiano Castello
Chiudi

La località dista 4,72 km dal capoluogo.[1]

Geografia fisica

Il piccolo borgo medievale di Tabiano Castello sorge sulle prime colline dell'appennino parmense, a poca distanza dal torrente Rovacchia; grazie alla sua posizione sopraelevata, costituisce un punto panoramico, molto aperto sulle vallate circostanti e sulla vicina pianura. La località, sviluppata attorno al castello, è caratterizzata da un clima piuttosto mite, sia in estate che in inverno.[3]

Origini del nome

Il toponimo della località, nota originariamente come Tablanus, deriva forse dal nome romano Octavianus.[4]

Storia

Riepilogo
Prospettiva

Risale all'età romana la prima presenza accertata di un nucleo abitato, probabile avamposto di legionari, sul crinale roccioso di Tabiano.[4]

All'epoca delle invasioni barbariche, molti degli abitanti delle pianure si rifugiarono nei luoghi più elevati; a Tabiano giunsero numerosi fuggiaschi da Fidenza Julia e Salso de Majori, che vi edificarono agli inizi dell'VIII secolo una prima chiesa intitolata a san Pietro, sul luogo dell'attuale.[4]

Tra il X e l'XI secolo fu innalzata, probabilmente per volontà dei Pallavicino, la prima fortezza,[4] che a partire dal 1143 fu al centro di una lunga contesa tra i figli di Oberto I;[5] nel 1153 il castello fu ricostruito da Delfino Pallavicino, che ne fu ufficialmente investito con il titolo di marchese.[6] Alla sua morte nel 1180, il feudo fu ereditato dai canonici della cattedrale di Parma, che pochi anni dopo ne cedettero i tre quarti a Bernardo da Cornazzano.[6]

Nel 1249 il castello fu assegnato al marchese Oberto II Pallavicino dall'imperatore del Sacro Romano Impero Federico II di Svevia, ma nel 1267 fu espugnato dai guelfi parmigiani.[6] Agli inizi del XIV secolo Manfredino Pallavicino, figlio di Oberto II, si reimpadronì del maniero grazie all'aiuto dei Visconti, ma lo lasciò ai cugini del ramo di Scipione,[5] che a loro volta lo trasmisero alla stirpe di Busseto.[4]

Nel 1374 Niccolò Pallavicino uccise lo zio Giacomo, marchese di Bargone, e il cugino Giovanni, per appropriarsi del loro castello; in risposta Bernabò Visconti attaccò la fortezza di Tabiano e se ne impossessò,[4] per donarla nel 1380 alla consorte Regina della Scala. Nel 1390 Gian Galeazzo Visconti riconsegnò il castello a Niccolò,[6] che nel 1395 fu ufficialmente investito di tutti i suoi feudi da parte dell'imperatore Venceslao di Lussemburgo.[7] Alla sua morte per avvelenamento nel 1401, le sue sostanze passarono al figlio naturale Rolando il Magnifico.[6]

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Facciata sud del castello nel 1957

Nel 1441 Niccolò Piccinino attaccò su più fronti lo Stato Pallavicino, costringendo il Pallavicino alla fuga;[8] le sue terre furono incamerate da Filippo Maria Visconti, che nel 1442 investì il condottiero del feudo di Tabiano e di numerosi altri.[6] Nel 1457 Francesco Sforza investì Uberto Pallavicino, figlio di Rolando, del maniero di Tabiano.[6] I suoi discendenti mantennero il possesso della fortezza fino al 1756, quando morì l'ultimo marchese Odoardo e il feudo fu confiscato dalla Camera ducale di Parma,[5] che lo assegnò alla famiglia Sermattei di Assisi;[6] le terre rimasero tuttavia di proprietà della marchesa Ottavia Pallavicino, moglie di Francesco Maria Landi, che riacquistò anche il castello.[4]

Nel 1882 l'ultima erede dei Landi, Sofia,[4] alienò la fortezza e il borgo circostante, entrambi in stato di avanzato degrado, a Giacomo e Rosa Corazza;[4] il figlio Carlo all'inizio del XX secolo acquistò nuove terre e ristrutturò i casali, fondando un'azienda agricola.[4] I discendenti agli inizi del XXI secolo recuperarono l'intera struttura del castello e del piccolo borgo di origine medievale, che trasformarono in elegante albergo diffuso.[9]

Monumenti e luoghi d'interesse

Riepilogo
Prospettiva

Castello

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Facciata nord del castello
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Scalone d'onore del castello
Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di Tabiano.

Edificato originariamente tra il X e l'XI secolo, il castello fu ricostruito nel 1153 e più volte ampliato nei secoli successivi; a eccezione di alcune parentesi nel XII e nel XIV secolo, i marchesi Pallavicino lo mantennero quasi ininterrottamente fino alla loro estinzione nel 1756; assegnato ai Sermattei, il maniero fu acquistato dopo alcuni anni dai cugini Landi; alienato nel 1882 alla famiglia Corazza, il maniero fu ristrutturato e trasformato in un'elegante dimora signorile, ricca di affreschi e decorazioni in stucco; dagli inizi del XXI secolo l'edificio è adibito, unitamente al borgo circostante, ad albergo diffuso, con annessa azienda agricola.[4]

Borgo

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Casa del Mezzadro e fienile
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Locanda
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Oratorio di Santa Maria

In adiacenza al castello, che sorge in posizione sopraelevata, si sviluppa il piccolo borgo in pietra nato in epoca medievale; la parte più antica è proprio costituita dagli edifici che si innalzano all'interno delle mura duecentesche ai piedi del maniero; in corrispondenza dei due margini orientali della cinta si innalzano altrettante torri angolari a pianta circolare.[10]

L'antica torre d'ingresso in pietra sorge a ridosso della scarpata su cui si eleva il castello; caratterizzata dallo spigolo in mattoni rossi, è coronata da merlature ghibelline; la facciata esterna mostra ancora in evidenza, ai lati del portale ad arco a sesto acuto, le due alte fessure che un tempo ospitavano i bolzoni del ponte levatoio, in seguito sostituito da un ponticello in legno.[10]

All'interno della cinta muraria si innalzano la torre di Guardia, risalente al XIV secolo, inglobata nella casa della Ragione, e la casa dell'Agata, la cui parte basamentale risale all'epoca medievale.[10]

All'esterno sorgono edifici di epoche differenti; i più antichi, di origine medievale, sono l'Osteria, la casa del Fabbro, la casa del Sarto e la casa del Mezzadro; più recenti sono invece i fabbricati a destinazione agricola, tra cui le stalle, i fienili ed il caseificio,[10] innalzati in prevalenza agli inizi del XX secolo, quando Carlo Corazza acquistò nuove terre e ristrutturò i casali più vecchi, fondando una fiorente impresa rurale.[4] All'epoca il borgo conobbe il suo periodo di maggior prosperità ed accanto all'oratorio dedicato a santa Maria, fondato nel 1904 da Giacomo Corazza,[11] sorsero numerose attività in aggiunta a quelle già esistenti, tra cui un barbiere, un falegname, un calzolaio ed una tabaccheria; dopo la seconda guerra mondiale il settore agricolo entrò in crisi ed il piccolo borgo si spopolò, per rinascere solo col nuovo millennio grazie alla trasformazione dell'intero complesso in albergo.[10]

Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio

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Lato sud della chiesa dei Santi Gervasio e Protasio
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Facciata della chiesa dei Santi Gervasio e Protasio

All'esterno del borgo, ad ovest del castello, sorge isolata la chiesa dedicata ai santi Gervasio e Protasio, innalzata nelle forme attuali nel XVI secolo in stile romanico,[12] sui resti di una precedente cappella di origine medievale.[4]

Il luogo di culto, già elevato a parrocchia nel XIV secolo,[13] fu in seguito restaurato nel 1907, quando fu innalzata in stile neoromanico la facciata in pietra di Varone su progetto dell'architetto Mario Vacca; il portale con la lunetta in marmo di Carrara fu realizzato dallo scultore Rossi; infine il campanile con la loggetta angolare adiacente fu edificato nel 1950, sempre in stile neoromanico.[12]

Il 9 novembre 1983 l'edificio fu danneggiato da una forte scossa sismica, con la formazione di alcune lesioni; conseguentemente, fu avviata una serie di lavori, l'ultima fase dei quali si svolse tra il 2017 e il 2023, col consolidamento strutturale delle fondazioni e delle volte, che furono anche restaurate.[14]

Gli interni si presentano in stile barocco; vi si conservano alcune interessanti tele ad olio: Gervasio e Protasio, realizzata dal pittore parmigiano Francesco Pescatori e donata dalla duchessa Maria Luigia nel 1841, e L'Ultima Cena, dipinta nel 1636 dal fidentino Picelli.[12]

Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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