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tomba nella necropoli di Tebe (Luxor, Egitto) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
TT42 (Theban Tomb 42) è la sigla che identifica una delle Tombe dei Nobili[N 1][2] ubicate nell’area della cosiddetta Necropoli Tebana, sulla sponda occidentale[N 2] del Nilo dinanzi alla città di Luxor[N 3][3], in Egitto. Destinata a sepolture di nobili e funzionari connessi alle case regnanti, specie del Nuovo Regno, l'area venne sfruttata, come necropoli, fin dall'Antico Regno e, successivamente, sino al periodo Saitico (con la XXVI dinastia) e Tolemaico.
TT42 Tomba di Amenmose | |
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Planimetria schematica della tomba TT42 | |
Civiltà | Antico Egitto |
Utilizzo | tomba |
Epoca | XVIII dinastia |
Localizzazione | |
Stato | Egitto |
Località | Luxor |
Amministrazione | |
Patrimonio | Necropoli di Tebe |
Ente | Ministero delle Antichità |
Visitabile | sì |
Mappa di localizzazione | |
Amenmose in geroglifici |
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TT42 Era la tomba di:
Titolare | Titolo | Necropoli[N 4] | Dinastia/Periodo | Note[N 5] |
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Amenmose | Capitano dell'esercito e Occhi del re nelle due terre del Retenu[N 6]. | Sheikh Abd el-Qurna[4] | XVIII dinastia (Thutmosi III - Amenhotep II-?-) | subito dopo la TT41 e in collegamento con la TT110 |
Amenmose, ufficiale dell'esercito egizio, sepolto accanto alla moglie Henuttawi, ricopriva anche l'incarico di "occhi del re nel Retenu", titolo interpretabile come ambasciatore, ma anche come responsabile del servizio di intelligence in quei possedimenti[1].
La tomba si sviluppa partendo da un'anticamera incompleta con tre pilastri; un quarto pilastro è incompleto e sfruttato come ritto di un varco che dà accesso alla vicina TT110. Uno dei dipinti parietali, molto malridotto, rappresenta la presa di una città siriana, ubicata nei pressi di una fitta foresta di pini. Due capi libanesi e siriani, nonché altri uomini, offrono fiori, pietre preziose, carri, armi e due tori; soldati e scribi egizi assistono all'episodio[5]. La scena, che si ritiene ambientata nel Negau nell'odierno Libano, è da ritenersi alquanto rara, poiché sono poche le rappresentazioni parietali di tributi offerti in concomitanza di una campagna di guerra. Si ritiene, tuttavia, che l'episodio sia connesso alla ulteriore carica di "Supervisore delle terre del nord" di cui Amenmose si fregiava.
In un'altra scena, derivante dalla precedente, Amenmose offre parte del bottino, al re Thutmosi III, mentre siriani e libanesi, tra cui una donna che tiene per mano un fanciullo, offrono vasi di fiori, con anse in forma di leoni, e carri. In due stele, ormai illeggibili, il defunto reca offerte a Thutmosi III e, forse, al figlio di questi, Amenhotep II[5][6].
Un lungo passaggio, sulle cui pareti sono riportate, tra l'altro, scene funerarie e il trasporto di statue dei re e dello stesso defunto, dà accesso alla camera funeraria. Sull'architrave i due cartigli di Thutmosi III e Amenhotep II; sugli stipiti Amenmose dinnanzi al dio Anubi[7].
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