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videogioco del 1989 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Sweet Home (スウィートホーム?, Suīto Hōmu) è un videogioco di ruolo giapponese pubblicato da Capcom in esclusiva per Famicom nel 1989. Il gioco è basato sul film horror omonimo uscito undici mesi prima, ed è un precursore di Resident Evil, spesso indicato come il primo titolo di genere survival horror. Il gioco è stato distribuito esclusivamente in Giappone e mai esportato ufficialmente in altri paesi, ma anni dopo ha visto enorme diffusione nel resto del mondo grazie ad una ROM tradotta in modo amatoriale in lingua inglese.
Sweet Home videogioco | |
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Titolo originale | スウィートホーム (Suwīto Hōmu) |
Piattaforma | Nintendo Entertainment System |
Data di pubblicazione | 15 dicembre 1989 |
Genere | Videogioco di ruolo alla giapponese, Survival horror |
Origine | Giappone |
Sviluppo | Capcom |
Pubblicazione | Capcom |
Direzione | Kiyoshi Kurosawa |
Produzione | Jūzō Itami |
Design | Tomoshi Sadomoto |
Programmazione | Masatsugu Shinohara |
Direzione artistica | Hironori Matsumara, Eriko Bando |
Musiche | Junko Tamiya |
Modalità di gioco | Giocatore singolo |
Periferiche di input | Gamepad |
Supporto | Cartuccia |
Nel 2010 è stato inserito nella classifica degli 11 migliori survival horror redatta da UGO[1].
Il famoso pittore Ichirō Mamiya nascose diversi preziosi affreschi nella sua enorme villa, prima di scomparire misteriosamente.
30 anni dopo (50 nel film), una troupe di cinque elementi si addentra nell'abbandonata e fatiscente dimora per girare un documentario su Mamiya e cercare di recuperare i dipinti perduti. Appena entrati, rimangono intrappolati all'interno dal fantasma di una donna sconosciuta, che minaccia di uccidere tutti i trasgressori. Il gruppo decide di dividersi e cercare una via d'uscita, ma il palazzo è pericolante ed occupato da innumerevoli mostri non morti. Nel corso dell'esplorazione, il gruppo incontra anche Yamamura, un misterioso individuo con l'intenzione di aiutarli.
Il gruppo scopre che il fantasma non è che Lady Mamiya, la moglie di Ichirō. 30 anni prima, suo figlio di due anni cadde nella fornace della villa, finendo bruciato vivo. Lei dunque ha cercato dei compagni di giochi per lui, uccidendo diversi altri bambini, per poi suicidarsi e, incapace di perdonare se stessa, rimanere intrappolata nella villa. La squadra arriva nella sala principale e si confronta con Mamiya in uno scontro finale. Sconfitta, la donna può finalmente trovare la pace con il suo amato bambino con lo spirito di lei che vola nel cielo. Dopodiché un maggiordomo scorta i sopravvissuti fuori dalla villa, che infatti crolla non appena viene evacuata. Dopo la disgregazione della villa, il finale che si visualizza subito dopo varia a seconda del numero di personaggi sopravvissuti:
Come in molti giochi di ruolo, sono previsti incontri casuali nei quali i personaggi controllati devono combattere o scappare. Ogni personaggio ha statistiche ed abilità differenti; le prime incrementano salendo di livello (ma nessun personaggio le ha uguali di base), mentre le seconde sono dettate dal loro oggetto base (quello nel loro inventario a inizio partita). Durante l'esplorazione dell'enorme magione, è possibile trovare vari oggetti; alcuni obbligatori per riuscire ad avanzare nel gioco; altri opzionali, tuttavia l'inventario è molto piccolo. Gli oggetti sono scambiabili sia fra i protagonisti sia nell'ambiente di gioco, che rimarranno lì e quindi recuperabili successivamente. Se uno dei personaggi muore, non può rivivere e non potrà più essere controllato (a meno che non si abbia salvato la partita prima della sua morte); comunque gli oggetti che possedeva possono essere recuperati nel luogo della morte (tranne quello base, infatti esistono oggetti sostitutivi sparsi per la magione). Il finale cambia in base a quanti personaggi sono sopravvissuti, per un totale di cinque finali possibili.
Infine, nella cartuccia è presente al suo interno una batteria a bottone che permette il salvataggio della partita in ogni momento, tranne quando è in corso una battaglia. È possibile occupare un solo salvataggio per volta.
I personaggi possono anche essere rinominati dal giocatore con nomi personalizzati prima di iniziare il gioco.
Nonostante sia un gioco di ruolo, Sweet Home è considerato da molti il primo titolo di genere survival horror (sebbene il termine sia stato coniato alcuni anni dopo per Alone in the Dark, e siano in molti a stimare come primo esponente del genere Clock Tower). Ha ispirato numerosi giochi dello stesso genere, tra cui il famosissimo Resident Evil[2], che originariamente doveva essere un remake di Sweet Home[3]. Resident Evil riprende molti elementi di Sweet Home, tra cui l'impostazione della villa, alcuni enigmi, la gestione dell'inventario, l'enfasi sulla sopravvivenza e le sequenze d'apertura delle porte[2][4]. Altre influenze includono il risolvere enigmi utilizzando oggetti da trasportare in un inventario molto limitato[2], mentre si affrontano (o evitano) mostruose creature non morte che potrebbero uccidere subito il personaggio, creando una forte enfasi sulla sopravvivenza[2].
Il titolo è anche il primo a tentare la creazione di atmosfere spaventose in un videogioco, attraverso una storia macabra, una sanguinosa presentazione e dei filmati raccapriccianti. I creatori del gioco hanno tentato di creare una trama inquietante e spaventosa all'interno di un videogioco, principalmente raccontata attraverso un diario lasciato 30 anni prima degli eventi del gioco[5]. Resident Evil ha ripreso anche l'uso di appunti sparsi come meccanica di narrazione (creando i File da raccogliere e catalogare), insieme ai finali multipli in base al numero di personaggi sopravvissuti, alle stanze di salvataggio sicure in cui depositare gli oggetti quando l'inventario è pieno, alle animazioni di morte[5], ad un inventario molto limitato, ad oggetti individuali per ogni personaggio e ad un immaginario brutale e terrificante[4]. Queste ultime caratteristiche hanno impedito il rilascio del gioco in occidente, anche se la sua forte influenza si fece sentire sette anni dopo attraverso Resident Evil[3].
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