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istituto religioso femminile della Chiesa Cattolica Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Le Suore missionarie della Consolata sono un istituto religioso femminile di diritto pontificio: i membri di questa congregazione pospongono al loro nome la sigla I.S.M.C.[1]
La congregazione venne fondata a Torino il 29 gennaio 1910 dal canonico Giuseppe Allamano (1851-1926) con l'aiuto del canonico Giacomo Camisassa (1854-1922) come ramo femminile dell'Istituto missioni Consolata: le sue costituzioni vennero approvate dal cardinale Agostino Richelmy, arcivescovo di Torino, il 26 maggio 1913.[2]
Durante la guerra le religiose lasciarono l'apostolato missionario per servire come infermiere negli ospedali militari italiani.[2]
L'istituto divenne di diritto pontificio il 15 maggio 1930 e venne sottoposto alla Congregazione di Propaganda fide; ricevette l'approvazione definitiva della Santa Sede il 29 gennaio 1960.[2]
Allamano è stato beatificato da papa Giovanni Paolo II il 7 ottobre 1990.[3]
Sono state pure beatificate due suore: Irene Stefani, missionaria in Kenya e Leonella Sgorbati, missionaria martire in Somalia.
Le missionarie della Consolata si dedicano all'apostolato missionario.
Sono presenti in Africa (Etiopia, Gibuti, Guinea-Bissau, Kenya, Liberia, Libia, Mozambico, Somalia, Tanzania), nelle Americhe (Argentina, Brasile, Bolivia, Colombia, Stati Uniti d'America, Venezuela), in Europa (Italia, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Svizzera) e in Mongolia:[4] la sede generalizia è a Nepi.[1]
Al 31 dicembre 2008 l'istituto contava 762 religiose in 128 case.[1]
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