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stazione ferroviaria italiana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La stazione di Bivio Latronico era una stazione ferroviaria situata lungo la vecchia linea a scartamento ridotto Lagonegro-Castrovillari-Spezzano Albanese delle Ferrovie Calabro Lucane, al servizio del piccolo centro abitato di Pecorone.
Bivio Latronico stazione ferroviaria | |
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già Bivio Seluci | |
La stazione negli anni '20 durante la costruzione | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Località | Lauria |
Coordinate | 40°04′19.5″N 15°51′23.79″E |
Linee | Lagonegro-Spezzano Albanese |
Storia | |
Stato attuale | dismesso |
Attivazione | 1929 |
Soppressione | 1979 |
Caratteristiche | |
Tipo | Stazione in superficie, passante |
Binari | 4 |
Gestori | Società per le Strade Ferrate del Mediterraneo |
Dintorni | Centro abitato |
La stazione venne attivata il 28 ottobre 1929, tra le località di Nemoli-Trecchina e Pastorella,[1] contestualmente al tratto di linea Lagonegro-Laino Bruzio insieme agli impianti di Rivello, Nemoli, Lauria, Galdo, Prestieri, Castelluccio Superiore, Castelluccio Inferiore e Rotonda-Viggianello,[2] inizialmente con la denominazione di "Bivio Seluci".[3]
A causa di una grave deformazione del viadotto Serra, tra Lagonegro e Rivello,[4] verificatosi a cominciare dal 1952[5] per una serie di eventi franosi, si verificò un graduale calo dell'utenza viaggiante, che portò, dal 1º agosto 1973,[3] anche per il tratto ferroviario compreso tra Rivello e Bivio Latronico, alla sostituzione del servizio ferroviario con quello offerto da una linea di autobus.[6] La chiusura totale al traffico avvenne il 18 giugno 1978 con la chiusura fino a Spezzano Albanese; la definitiva soppressione venne decretata il 20 gennaio 1979.[7]
Dal 28 luglio 1986 tutta l'area e i fabbricati di stazione vengono trasferiti dal demanio pubblico ferroviario al patrimonio degli immobili statale.[8] Successivamente, in seguito alla soppressione del servizio, venne istituito un percorso ciclopedonale di circa 3 km.[9] Per quanto riguarda l'impianto invece, il fabbricato viaggiatori è stato riadibito ad uso privato e il magazzino merci trasformato in una cappella dedicata alla Madonna di Fátima, menter tutto il piazzale venne smantellato e riutilizzato per la viabilità locale.
La stazione era composta di un fabbricato viaggiatori, di una rimessa e di uno scalo merci, questo a sua volta costituito di due binari tronchi, di un piano caricatore e di un magazzino. Era presente anche un casello lato Lagonegro, recante la progressiva chilometrica 11+475,30.[10]
Il piazzale si componeva nel complesso di quattro binari: due di circolazione (uno di corsa servito da banchina, lungo 248 m e uno su tracciato deviato, lungo 190 m) e i due per lo scalo. Era inoltre presente un'asta di manovra sulla quale era posizionata una piattaforma girevole e un rifornitore idrico.[10]
La stazione era servita da diversi treni giornalieri di 2ª classe circolanti tra i due capolinea,[11] man mano che il servizio ferroviario veniva limitato, le tratte scoperte venivano garantite con delle autolinee sostitutive.[1]
La stazione disponeva di:
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