Stava (Tesero)
frazione italiana della provincia di Trento Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Stava è una frazione di Tesero, comune del Trentino-Alto Adige, situata nella val di Fiemme. Prende nome dal rio Stava, affluente dell'Avisio, che l'attraversa interamente.
Stava frazione | |
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Stava di Tesero | |
Piccola abitazione a Stava, accanto alla chiesa della Palanca | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Trentino-Alto Adige |
Provincia | Trento |
Comune | Tesero |
Territorio | |
Coordinate | 46°18′52.8″N 11°30′14.84″E |
Altitudine | 1 250 m s.l.m. |
Abitanti | 47 |
Altre informazioni | |
Fuso orario | UTC+1 |
Cartografia | |
Stava è una piccola località turistica con molti prati e pascoli. Vicino al torrente che la attraversa venne trovato un pilum romano.[1]
La storia della piccola valle è stata segnata duramente da una immane tragedia che ha toccato anche l'abitato di Tesero e, dopo, di questa, sono rimaste intatti solo gli edifici che si trovavano più in alto e lateralmemte rispetto alla massa di acqua e fango che ha percorso il fondovalle. Si è salvata, ad esempio, la piccola chiesetta della Palanca, e con questa anche diverse abitazioni costruite sulle pendici della montagna sotto la quale si trova la strada che unisce Tesero a Stava.
Il toponimo non ha origine certa, anche se appare probabile che il nome del piccolo centro derivi dal torrente Stava e non viceversa. Secondo alcune fonti deriverebbe da sòt (sotto) e àva (acqua).[2]
La piccola frazione che si sviluppa nella vallata del Rio Stava non ha un vero centro essendo costituita da abitazioni private e pochi alberghi.
Il disastro della Val di Stava colpì la piccola frazione di Stava il 19 luglio 1985 distruggendola quasi interamente con una colossale massa di fango e detriti precipitata dal bacino di decantazione della miniera di fluorite del monte Prestavel. Queste grandi vasche erano state posizionale nella località di Pozzole, nella parte alta della valle quindi al di sopra dell'abitato di Stava, che si estendeva sotto sulle rive del torrente. C'erano alberghi, segherie, case occupate da persone del posto e da numerosi non residenti che qui vi trascorrevano le vacanze. Dopo il cedimento degli argini, prima superiori poi inferiori, in pochi istanti la valle venne percorsa da una massa di acqua, fango e detriti che travolse ogni cosa. Durante il disastro persero la vita 268 persone.[3]
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