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radiotelescopio Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Lo Square Kilometre Array (SKA) è un progetto internazionale[1] di rilevamento di onde radio mediante un radiotelescopio in costruzione in Australia e in Sudafrica per sondare lo spazio profondo. Lo SKA avrà un'apertura totale di un chilometro quadrato, opererà su un ampio spettro di frequenze e le sue dimensioni lo renderanno 50 volte più sensibile di un qualsiasi altro radiotelescopio. Richiederà una centrale elaborativa ad altissime prestazioni e collegamenti a lungo raggio con una capacità maggiore di tutto il traffico internet globale del 2015. Il radiotelescopio sarà capace di analizzare il cielo con una velocità diecimila volte superiore a quanto sia mai stato fatto prima.
Grazie a stazioni riceventi che si estendono per una distanza di almeno 3000 chilometri da un nucleo centrale, metterà alla prova la capacità dei radioastronomi fornendo le immagini a maggior risoluzione di tutta la storia dell'astronomia. Lo SKA sarà costruito sia nell'emisfero australe, sia in stati subsahariani, con due centri principali in Sudafrica e in Australia, dove la vista della Via Lattea è la migliore e dove sono minori le interferenze radio.[2]
Il 28 aprile 2017 è stato ufficializzato l'inizio dei lavori,[3] ed a dicembre 2017 è stata completata[4] la piattaforma di test AAVS1, costituita da 256 prototipi delle 130000 antenne che costituiranno LFAA (Low Frequency Far Array).[5]
Square Kilometre Array (SKA) | |
---|---|
Stato | Australia, Sudafrica |
Localizzazione | Australia / Sudafrica |
Coordinate | 30°43′16.07″S 21°24′40.06″E |
Costruito nel | Fase 1 2018-2023 Fase 2 2023-2030 [6] |
Prima luce nel | 2027 (prevista) |
Caratteristiche tecniche | |
Tipo | Apparato di antenne fasate |
Area | 1 000 000 m² |
Sito ufficiale | |
Il quartier generale del progetto è stato collocato allo Jodrell Bank Observatory, nel Regno Unito. Queste sede ha prevalso sull'altro candidato, il Castello Carrarese di Padova, a conclusione di un processo decisionale condizionato, nelle sue fasi finali, da opache interferenze politiche e pesanti pressioni esterne esercitate dal premier britannico David Cameron[7].
Lo SKA, progetto globale con tredici stati membri, punta a rispondere ad alcune domande fondamentali riguardanti l'origine e l'evoluzione dell'Universo. Nel novembre del 2011 si è passati da una collaborazione internazionale a un'azienda indipendente e no-profit, la "SKA Organisation", i cui membri, al 2019 sono:
Lo SKA combinerà i segnali ricevuti da migliaia di piccole antenne sparse su una distanza di oltre 3000 km per simulare un radiotelescopio gigante capace di sensibilità e risoluzione angolare altissime. Lo SKA avrà anche un campo visivo molto ampio, con un picco di 200 gradi quadrati a frequenza inferiori a 1 GHz e un campo di più di un grado quadrato (circa 5 Lune piene) a frequenze maggiori. Un'idea innovativa è l'uso di matrici sul piano focale utilizzando antenne in fase per ottenere punti di vista multipli. Questo incrementerà moltissimo la velocità di analisi dello SKA e consentirà a più utenti di osservare differenti parti di cielo simultaneamente. La combinazione di un campo di vista molto ampio con l'alta sensibilità fa immaginare che lo SKA trasformerà lo studio dell'Universo.
Lo SKA fornirà una copertura continua su frequenze comprese tra i 50 MHz e i 14 GHz nelle prime due fasi della sua costruzione. Una terza fase estenderà la gamma di frequenze fino a 30GHZ.
La gamma di frequenze da 50 MHz a 14 GHz non può essere coperta utilizzando un solo tipo di antenna, dal momento che essa varia di più di due ordini di grandezza. Pertanto, lo SKA comprenderà apparati costituiti da tre tipi di antenna, lo SKA-low, lo SKA-mid, e i raggruppamenti di parabole.
Le potenzialità di SKA serviranno a cercare una risposta a molte domande in astrofisica, fisica fondamentale, cosmologia e astrofisica delle particelle, oltre che ampliare l'orizzonte dell'universo osservabile. Una serie di progetti-chiave che sono stati selezionati per essere implementati attraverso lo SKA sono elencati a seguire.
Per almeno cento anni, la teoria della relatività generale di Albert Einstein ha predetto in modo accurato il risultato di qualsiasi esperimento pensato per metterla alla prova. Molti di questi esperimenti, inclusi i più stringenti, sono stati portati a termine per mezzo di misurazioni radioastronomiche. Utilizzando pulsar come rilevatori di onde gravitazionali cosmiche, o pulsar periodiche scoperte a orbitare attorno a buchi neri, gli astronomi saranno in grado di esaminare i limiti della relatività generale, come il comportamento dello spazio-tempo in regioni di spazio con curvature estreme. L'obiettivo è quello di rilevare se la teoria di Einstein è una descrizione corretta dello spaziotempo e della gravità, oppure se sono necessarie teorie alternative alla relatività generale per spiegare i fenomeni osservati.
La sensibilità dello SKA nella Riga a 21 cm dell'idrogeno neutro consentirà di mappare un miliardo di galassie sino al confine dell'Universo osservabile. La rilevazione della struttura a larga scala del cosmo fornirà vincoli per determinare i processi risultanti la formazione e l'evoluzione delle galassie. Visualizzare l'idrogeno attraverso l'Universo fornirà un disegno tridimensionale delle prime ondulazioni delle strutture che hanno formato le singole galassie e i raggruppamenti. Questo potrà anche consentire la misurazione degli effetti causati dall'energia oscura che stanno provocando l'incremento del tasso di espansione dell'universo.
Le misurazioni cosmologiche consentite dalle analisi della galassia effettuata dallo SKA includono modelli di prova per energia oscura, gravità, universo primordiale e cosmologia fondamentali. Questi esperimenti sono tutti riassunti in una serie di articoli disponibili in rete.
Lo SKA è pensato per fornire dati osservativi relativi all'Era Oscura (entro i 300.000 anni dopo il Big Bang, quando termina la radiazione e l'universo si raffredda), e al tempo della Prima Luce (un miliardo di anni dopo, quando si osservano per la prima volta le giovani galassie). Osservando la distribuzione primordiale del gas, lo SKA dovrebbe essere in grado di vedere come l'Universo si è gradualmente illuminato non appena stelle e galassie si sono formate ed evolute. Il periodo compreso tra l'Età Oscura e la Prima Luce è considerato il primo capitolo nella storia cosmica della creazione e l'importanza di vedere questo evento è la ragione principale per cui è stato progettato lo SKA. Per vedere indietro fino alla Prima Luce è necessario un telescopio 100 volte più potente dell'attuale radiotelescopio più grande al mondo.
Non è ancora possibile rispondere alle domande fondamentali riguardanti l'origine e l'evoluzione dei campi magnetici cosmici, ma è chiaro che si tratta di componenti molto importanti nello spazio interstellare e intergalattico. Mappando l'effetto del magnetismo sulla radiazione di galassie molto distanti, lo SKA analizzerà la forma del magnetismo cosmico e il ruolo che ha giocato nell'evoluzione dell'Universo
Questo programma scientifico chiave, chiamato "Cradle of Life" (culla della vita), si focalizzerà su tre obiettivi: dischi protoplanetari in zone abitabili, ricerca di materiale chimico prebiotico, e ricerca di vita extraterrestre intelligente (SETI).
Lo SKA è stato concepito nel 1991 e organizzato da un gruppo di lavoro internazionale nel 1993, con la firma del primo Memorandum di Accordo nel 2000. Vi è stato in seguito un considerevole sviluppo culminato con l'inizio di PrepSKA nel 2008, conclusosi con un progetto completo dello SKA nel 2012. La costruzione della Fase 1 avrà luogo dal 2018 al 2020 e fornirà un apparato in grado di portare a termine i primi esperimenti. La Fase due sarà completata nel 2025, quando si avrà la sensibilità completa sulla gamma di frequenze almeno fino a 14GHZ. La previsione di spesa del progetto SKA è di 2 miliardi di euro, cifra in cui sono compresi i 650 milioni necessari per il completamento della Fase 1 nel 2020.
L'avvio del progetto pone una notevole sfida in termini di tecnologia e matematica applicata[14] per il trattamento dell'ingentissima quantità di dati prodotti dai sensori: saranno richieste enormi capacità di archiviazione e l'ausilio di algoritmi molto efficienti per ottenere un'elaborazione dei segnali in tempo reale, in modo da ridurre la quantità di informazione ai soli dati rilevanti.
A metà 2011 si stimava, per l'array di sensori, la capacità di generare un traffico di dati grezzi pari a un exabyte al giorno, che potrebbe essere compresso a circa 10 petabyte[15].
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