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film del 1937 diretto da Rouben Mamoulian Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Sorgenti d'oro (High, Wide and Handsome) è un film del 1937 diretto da Rouben Mamoulian e interpretato da Irene Dunne e Randolph Scott.
Pennsylvania, 1859. Sally Watterson e suo padre sono due imbonitori costretti a fermarsi in una piccola città dopo che il loro carrozzone-abitazione è andato distrutto in un incendio. Vengono accolti dalla signora Cortlandt e da suo nipote Peter, che dopo aver scoperto un giacimento petrolifero sta cercando di creare un oleodotto usando apparecchi di propria invenzione. Sally e Peter presto si innamorano e si sposano, ma il giacimento inizia ad attirare affaristi e profittatori e la battaglia che Peter intraprende per difendere i propri diritti rischia di mandare all'aria il matrimonio.
Le riprese cominciarono il 6 gennaio 1937 a Chino in California, nella Contea di San Bernardino, con la presenza di oltre 3000 comparse.[1] Secondo quanto riportato all'epoca da The Hollywood Reporter, a metà gennaio la troupe fu costretta ad abbandonare la location a causa di un'epidemia d'influenza e del fumo dei candelotti fumogeni presenti nei frutteti circostanti. La lavorazione riprese i primi di febbraio, quando furono girate alcune scene aggiuntive da Mitchell Leisen, sebbene il regista non risulti accreditato.[1] Il resto del film fu girato nei Paramount Studios di Hollywood e le riprese terminarono nel maggio 1937.[2]
La première di Sorgenti d'oro si tenne al cinema Astor Theater di New York il 21 luglio 1937.[3]
Nel 1987 è stato proiettato alla 37ª edizione del Festival di Berlino, in una retrospettiva dedicata a Rouben Mamoulian.[4]
Sul New York Times, Frank S. Nugent giudicò il film «uno spettacolo sontuosamente prodotto, grandioso e melodioso... tra i migliori della stagione»,[5] mentre Russell Maloney scrisse su The New Yorker che «la gestione della storia da parte di Mamoulian lascia a desiderare... ma l'effetto generale del film è piacevole».[6] Più critica fu la rivista Variety, che riscontrò «troppo sentimentalismo hollywoodiano», ritenendo che il film «vacilla man mano che va avanti e finisce in un caos melodrammatico di scazzottate, malvagità e imbrogli che sa di cinema seriale».[7]
Nel film sono presenti i seguenti brani, scritti da Jerome Kern e Oscar Hammerstein II:[8]
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