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società calcistica italiana con sede nella città di Milazzo (ME) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La Società Sportiva Milazzo S.S.D. A.r.l. meglio nota come Milazzo, è una società calcistica italiana con sede nella città di Milazzo. Milita in Eccellenza, la quinta divisione del campionato italiano.
SS Milazzo Calcio | |
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Mamertini | |
Segni distintivi | |
Uniformi di gara | |
Colori sociali | Rosso, blu |
Simboli | Aquila |
Dati societari | |
Città | Milazzo |
Nazione | Italia |
Confederazione | UEFA |
Federazione | FIGC |
Campionato | Eccellenza |
Fondazione | 1937 |
Scioglimento | 1981 |
Rifondazione | 1984 |
Scioglimento | 2005 |
Rifondazione | 2006 |
Scioglimento | 2013 |
Rifondazione | 2014 |
Scioglimento | 2017 |
Rifondazione | 2018 |
Presidente | Mauro Versaci |
Allenatore | Angelo Bognanni |
Stadio | Marco Salmeri (2 500 posti) |
Sito web | ssmilazzo.com |
Palmarès | |
Si invita a seguire il modello di voce |
Vi è traccia di una prima società della S.S. Milazzo nel girone B siculo del campionato di Terza Divisione 1931-1932, la stessa rimase inattiva la stagione successiva. La prima fase dell’attività sociale del Milazzo è segnata da una lunga militanza nelle serie minori del calcio siciliano. La squadra riesce infatti ad accedere alla Serie D solo nel 1971, a distanza di 34 anni dalla sua fondazione.
La formazione rossoblù, guidata dal presidente Nino La Malfa e allenata da Romanetti, era arrivata alla quarta serie nazionale del tempo dopo un brillante primo posto in Promozione, caratterizzato da 24 vittorie, 6 pareggi e nessuna sconfitta in 30 incontri disputati. In casa fece quasi l’en plein, vincendo 14 incontri su 15, e pareggiando 0 a 0 contro il Villafranca. Fuori casa vinse 10 incontri e ne pareggiò cinque (finì 1 a 1 a Barcellona contro la Nuova Igea e 0 a 0 a Lipari). In serie D, nel 1971/72, giunse al terzo posto, dopo Trapani e Marsala; nel 1972/73 al terzo posto alle spalle di Marsala e Leonzio. Quindi, la nuova retrocessione, stavolta però legata ad un fatto che, purtroppo per il Milazzo, assurge alla cronaca nazionale: il 23 marzo 1974, in occasione di Milazzo-Modica, dopo un fitto lancio di oggetti sul terreno di gioco, avviene un'invasione di campo da parte di alcuni spettatori, di cui fa le spese la terna arbitrale, e soprattutto l'arbitro abruzzese Gianni Papponetti, che viene pesantemente malmenato, prima di essere tratto in salvo dall'intervento, in particolare, del portiere del Milazzo. L'episodio costa al club due anni di squalifica del campo "Grotta di Polifemo" e dieci punti di penalizzazione: i rossoblù vengono così retrocessi in Promozione. Nel 1974/75, giocando "in esilio" nella vicina Olivarella (San Filippo del Mela), la SS Milazzo ottiene il 2º posto, e nel 1975/76 -giocando in casa ancora nell'impianto di Olivarella- finisce sempre seconda dietro lo Scicli; quindi vince il campionato nel 1976/77, con l'oriundo argentino "Ghigo" Locatelli alla guida tecnica della squadra, tornando così nel 1977/78 a disputare il campionato di Serie D. Da quell'anno, però, quel torneo smette di essere la cosiddetta "quarta serie" dei campionati nazionali, in virtù dello "sdoppiamento" della Serie C, che rimarrà tale fino al 2013/14 (per quanto negli ultimi sei anni con il nome di Lega Pro).
In "quinta serie" il percorso del club dura un solo anno: la retrocessione immediata porta i rossoblù a disputare due tornei di Promozione, giungendo prima al settimo posto, poi al primo, e tornando quindi nel 1979/80 in Serie D. Alla nuova, immediata retrocessione seguono però problemi finanziari che costringono la società ad interrompere la propria attività tra il 1981 ed il 1984. Nel 1984/85 viene iscritto un nuovo club alla Prima Categoria, con il nome di Pro Milazzo, dopo aver rilevato il titolo sportivo del Merì. Arriva solo tredicesimo. L'anno dopo, però, dalla fusione fra Pro Milazzo e Aquila Valdina, nasce l'Aquila Milazzo, che militerà nel girone A della Promozione siciliana, dove si piazzerà al 10º posto. Nell'estate 1986 la società riprende il nome di SS Milazzo. Il primo campionato del ricostituito club è infausto, portando subito la retrocessione, ma l'anno dopo, al termine di un torneo di Prima Categoria finito al sesto posto, i rossoblù vengono ripescati in Promozione. Nel 1988/89, con l'avvento del gruppo degli imprenditori edili milazzesi Oliva alla guida della società, non si evita una nuova retrocessione sul filo di lana, ma l'anno successivo si vince bene il campionato di Prima Categoria, prevalendo al termine di un acceso duello contro l'Orlandina. È il Milazzo di alcuni giovani interessanti, tra cui Gaetano Catalano, Benedetto Granata, Pierpaolo Giunta, che crescono sotto la "chioccia" di Vincenzo Cinquegrana, ex Sampdoria, Messina, Rende ed Akragas, e diretto in panchina dall'esperto tecnico messinese Piero Mancuso.
Successivamente, il Milazzo, nel 1990-91, è allenato -ed arriva al terzo posto in Promozione- da un uomo di calcio che in passato aveva militato come giocatore nelle file di Messina e Igea (fra le altre compagini) e, pur se di origine campana, si era nel frattempo stabilito definitivamente in Sicilia: Pietro Lo Monaco, che in futuro diventerà ben noto in ambito nazionale come manager di importanti club anche di serie A, tornando peraltro anche a ricoprire ruoli dirigenziali a Milazzo con il recente "sbarco" nei professionisti. Tornando ai primi anni Novanta, quando nasce il torneo di Eccellenza (1991-92), vi viene ammesso anche il club mamertino, per il buon piazzamento in Promozione. Così, però, il campionato in cui milita il Milazzo, ormai, è diventata la sesta serie nazionale.
Solo nel 1993, con alla guida il catanese Gigi Chiavaro, la società rossoblù accede nuovamente al calcio nazionale, disputando dodici campionati di Serie D (denominato nel tempo Interregionale, e poi Campionato nazionale dilettanti) in altrettante stagioni. La squadra in quinta serie si è dunque resa protagonista di stagioni di rilievo, quali la stagione 1994/95 e quella 1997/98. Nel primo di questi due campionati il Milazzo fu guidato dal brillante tecnico laziale Mauro Zampollini: epica fu la sfida contro il Messina e soprattutto il Catania di Busetta, finita con un secondo posto finale dopo aver guidato la classifica fino al match-clou del Grotta Polifemo del 25 marzo 1995, perso 1-2 di fronte ad un impianto strapieno. Nel 1998 la squadra fu guidata da Pasquale Marino, poi tecnico di varie squadre in B ed A, e ottenne il secondo posto dietro al Messina.
Il Milazzo Calcio ha negli anni Novanta inoltre lanciato professionisti con all'attivo vari tornei di A e B, come l'attaccante Giorgio Corona o il difensore senegalese DouDou (in anni più recenti avrebbero poi indossato la casacca rossoblù il centravanti Alfredo Aglietti, i portieri Ambrosi e Terracciano, la punta mancina Nicastro). Le dodici stagioni consecutive in quinta serie non evitano comunque che nel 2005 il sodalizio venga radiato e costretto a ripartire praticamente da zero.
La svolta nella storia recente del Milazzo arriva però nel 2007. Pietro Cannistrà, imprenditore nel settore delle scommesse sportive, rileva la società dopo essere stato presidente di altri club in provincia di Messina. Cannistrà sarà l’unico proprietario della società per tre anni, che coincidono con tre promozioni consecutive tutte guadagnate tramite la vittoria del campionato. Il Milazzo, mantenendo intatto un discreto gruppo di giocatori lungo il percorso verso le serie professionistiche[1], si classifica primo in Promozione, Eccellenza e Serie D, nelle ultime due categorie sotto la guida del tecnico Antonio Venuto. Nel 2009-2010, proprio nel massimo campionato dilettantistico, la squadra mamertina riesce addirittura a battere società blasonate come Trapani, Avellino e Messina.
Una volta approdato nel Campionato Professionistico di Lega Pro Seconda Divisione, il sodalizio subirà un cambio “forzato” quanto alla sua guida. Cannistrà, dato il suo impegno nel settore dei bookmakers, è costretto a cedere la società per non contravvenire alla normativa vigente, vendendo la società al prezzo simbolico di 1€[2]. All’imprenditore messinese subentrerà un gruppo capitanato dalla famiglia Lo Monaco. Si attiverà quindi una collaborazione con il Catania Calcio, di cui Pietro Lo Monaco era allora amministratore delegato[3]: la maggior parte dei giocatori proviene infatti dalle giovanili della squadra etnea. Alla sua prima stagione in Lega Pro Seconda Divisione, nell’anno 2010-2011, il Milazzo è così riuscito a terminare 3º in classifica. Ha disputato i playoff contro l'Avellino, perdendo sia la partita di andata che di ritorno e rimanendo nella stessa serie per la stagione successiva.
Nella stagione di Lega Pro Seconda Divisione 2011-2012, dopo un campionato combattuto, la squadra riesce a ottenere con una giornata di anticipo la salvezza grazie alla vittoria interna per 2-1 contro il Celano Football Club Olimpia.
Il 25 luglio 2012 cambia nuovamente il volto della società. Il gruppo Peditto pare rilevare le quote della società dalla famiglia Lo Monaco e comincia a programmare la nuova stagione. La gestione Peditto è però disastrosa: in un'occasione, addirittura, il presidente, per evitare le proteste di giocatori e tifosi, si nasconde all'interno del bagagliaio di una vettura. I giocatori attuano poi uno sciopero che si conclude con la messa in mora della società (che porterà a due punti di penalizzazione[4]) e ad ottobre il gruppo Lo Monaco, che in realtà non aveva mai ceduto la società, ritorna alla guida della squadra, rivoluzionando l'intera rosa. Il Milazzo conclude il campionato 2012-13 di Lega Pro Seconda Divisione all'ultimo posto e retrocede: la gravosa situazione debitoria porta addirittura alla rinuncia alla reiscrizione, avviando la società al fallimento.
Nel 2014 il Città di Milazzo del presidente Salvatore Costantino, militante in Promozione girone B, cambia nome e diventa l’ASD Sport Soccer Milazzo 1937, subito ripescata in Eccellenza[5].
Grande cordoglio crea intanto la morte prematura, in un incidente stradale, di uno dei protagonisti della scalata recente sl professionismo, il ventiduenne Marco Salmeri, milazzese doc e molto amato dalla tifoseria. In suo ricordo, qualche anno dopo lo storico "Grotta Polifemo" gli viene intitolato.
Nella stagione 2014-2015 arriva al quarto posto,ma dato il distacco superiore ai 10 punti vantato dallo Scordia, 2ª in classifica,non partecipa ai playoff. Nella stagione 2015-2016 conclude il campionato al nono posto, ottenendo una tranquilla salvezza.
Il 5 giugno 2016 Pietro Cannistrà rientra nel sodalizio, in qualità di presidente onorario. L’ASD Sport Soccer Milazzo 1937 cambia denominazione in S.S.D. Milazzo 1937, riacquistando il nome proprio della prima gestione Cannistrà. Nel club c’è anche Benedetto Bottari, direttore generale esattamente come negli anni d’oro che condussero il Milazzo tra i professionisti[6], che si dimetterà però per motivi strettamente personali nel mese di gennaio[7]. Intanto la stagione non comincia benissimo ed alla sesta giornata di campionato, dopo la sconfitta rimediata ad Acireale, il Milazzo cambia allenatore. Esonerato Giannicola Giunta, sulla panchina dei rossoblù arriva Danilo Rufini[8], tecnico cosentino noto per i suoi trascorsi da calciatore professionista specie con le maglie di Cosenza, Juve Stabia e Gela. Sotto la guida di Rufini, la formazione mamertina conquista la finale di Coppa Italia Regionale, persa contro il Troina[9] poi promosso in Serie D quale finalista della Coppa Italia Dilettanti ed il 19 gennaio piomba in testa alla classifica del campionato di Eccellenza, in coabitazione con Acireale e Catania San Pio X[10]. Successivamente il Milazzo chiuderà il campionato al quinto posto, uscendo sconfitto ai play-off dall'Acireale per 3-1 dopo i tempi supplementari[11].
A luglio 2017 la società prova a ridefinire l'organigramma societario ed intanto nomina Simona Marletta nuovo direttore generale[12] rendendo noto l'ingaggio di Orazio Pidatella quale nuovo allenatore[13]. Eppure l'attività in vista della nuova stagione sportiva dura solo qualche settimana: presto arrivano le dimissioni del presidente Costantino, cui segue la volontà della dirigenza di cedere in toto il club e - visto l'esito negativo dei tentativi di cessione - la mancata iscrizione al campionato di Eccellenza[14]. Il 1 agosto 2017 Milazzo fronteggia allora il terzo fallimento in soli 12 anni. In città restano cinque società: tre iscritte alla Prima Categoria, ovvero Duilia, Virtus Milazzo e Milazzo Academy (con queste ultime due che al termine del campionato risulteranno promosse in Promozione, rispettivamente come prima classificata e come vincitrice dei playoff); le altre due iscritte alla Terza Categoria, ovvero Don Peppino Cutropia e Arci Grazia.
Nel luglio 2018 la società messinese del Pistunina annuncia il trasferimento del titolo sportivo di Eccellenza a Milazzo, riportando dopo una sola stagione il massimo campionato dilettantistico nella Città del Capo; la nuova società prende il nome di S.S.D. 1937 Milazzo.[15]
Fallito l'obiettivo promozione in Serie D, il Milazzo acquista il titolo sportivo dell'Igea Virtus al fine di accrescere le possibilità di ripescaggio in quarta serie.[16]. Nonostante ciò, il tentativo di ripescaggio non va a buon fine e la società fallisce a campionato in corso.
Nel 2019 la Virtus Milazzo, seconda formazione cittadina militante nel campionato di Promozione, cambia denominazione in S.S. Milazzo proseguendo la tradizione sportiva nella Città del Capo.
Nel 2022, dopo alcune stagioni ai vertici del campionato di Promozione, la squadra viene ripescata in Eccellenza, categoria nella quale ottiene la salvezza diretta alla penultima giornata.
Cronistoria della Società Sportiva Milazzo | |
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Escluso per rinuncia dal Campionato di Eccellenza Sicilia, la S.S.D. 1937 Milazzo viene dichiarata inattiva il 26 luglio 2019. Prosegue la storia la S.S. Milazzo S.r.l. promosso nel Campionato di Promozione Sicilia 2018-2019.
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I colori sociali del Milazzo sono il rosso e il blu. Lo stemma della squadra rappresenta un'aquila, simbolo della città.
Il Milazzo disputa le sue partite casalinghe allo stadio comunale Marco Salmeri di Milazzo. La struttura, munita di manto erboso, ospita una capienza di 2.500 posti; ristrutturato nell'anno della promozione in Lega Pro Seconda Divisione, esso prende il nome dalla grotta di Polifemo[21], presunta dimora della famosa creatura mitologica del ciclope Polifemo[22]. Il 29 dicembre 2014 lo stadio viene intitolato a Marco Salmeri[23], ex calciatore milazzese[24] deceduto tragicamente qualche mese prima in un incidente stradale. All'interno della struttura, gli è stata dedicata una statua in cui lo ritrae con indosso la maglia rossoblù numero 10 durante un'azione di gioco.
Allenatori:
Presidenti:
La tifoseria organizzata del Milazzo è gemellata con i calabresi della Vigor Lamezia,[32] seppur con questi ultimi esista poi in campo uno storico dualismo sportivo.[33] Gli ultras milazzesi intrattengono inoltre un rapporto di amicizia con la curva nord dell'Acireale.[34]
Fra le rivalità più accese dei rossoblù figurano quella con i giallorossi dell'Igea Virtus[35] (a dimostrazione di ciò nel 2019, il Milazzo acquisì il titolo sportivo dell'Igea Virtus con l'intento di aumentare le possibilità di ripescaggio in quarta serie. Questa scelta generò malumori tra entrambe le tifoserie, storicamente rivali.[36] La tifoseria del Milazzo, in particolare il gruppo Ultras Milazzo 1984, si oppose fermamente all'idea e lanciò un appello a tutti i supporters rossoblù, invitandoli a non seguire la squadra anche in caso di ripescaggio in Serie D. Il tentativo di ripescaggio tra l'altro risultò vano, e la società fallì durante il campionato[37]) e con i biancoscudati del Messina. Altri cattivi rapporti intercorrono con le tifoserie del Modica, del Paternò, della Leonzio, del Vittoria[35], dell'Avellino, della Sancataldese[35], del Siracusa[38] e della Vibonese[39].
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