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linguaggio di programmazione Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Smalltalk è un linguaggio di programmazione orientato agli oggetti con gestione dinamica dei tipi e con un paradigma di programmazione riflessivo.
«Un programma in Smalltalk è una descrizione di processi computazionali dinamici. Il linguaggio di programmazione Smalltalk è una notazione per la scrittura di tali programmi.»
Smalltalk linguaggio di programmazione | |
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Autore | Alan Kay |
Data di origine | 1970 |
Ultima versione | ANSI Smalltalk (19 maggio 1998) |
Utilizzo | linguaggio general-purpose |
Paradigmi | Programmazione procedurale ad oggetti |
Tipizzazione | debole |
Estensioni comuni | .st |
Influenzato da | Lisp, Simula 67, Simula e Logo |
Ha influenzato | Objective C, C#, Actor, Java e Ruby, Perl 6, Dart |
Sviluppato allo Xerox PARC da Alan Kay, Dan Ingalls, Ted Kaehler, Adele Goldberg, e altri durante gli anni settanta, Smalltalk ha pesantemente influenzato altri linguaggi come Objective C, C#, Actor, Java, JavaScript e Ruby. Molti concetti attualmente impiegati nello sviluppo del software (es. design patterns, extreme programming, refactoring) derivano dalla comunità Smalltalk.
Smalltalk ha rappresentato un autentico cambio di paradigma rispetto al tradizionale modello procedurale, sostituendo al paradigma tradizionale di Von Neumann (basato sulla separazione dati/programmi) un nuovo paradigma basato sul concetto di oggetto, che contiene, in modo inscindibile, sia dati che programmi. L'elaborazione quindi non è più descritta da una procedura, ma è ottenuta da una "simulazione" del mondo, di cui gli oggetti sono un modello.
Questo cambio radicale non è stato facilmente assimilato dai programmatori tradizionali, abituati a linguaggi come il COBOL o il FORTRAN. I linguaggi derivati sopracitati hanno provveduto a creare un ponte tra il vecchio ed il nuovo paradigma. Tuttavia, questa mediazione ha avuto un costo sulle caratteristiche dei linguaggi stessi, che non raggiungono le caratteristiche di eleganza, semplicità ed efficienza di Smalltalk, da cui hanno importato i concetti innovativi.
Questa difficoltà di passaggio da un paradigma all'altro (peraltro ben nota: si pensi, come esempio estremo, al passaggio dai numeri romani a quelli arabi), unitamente al fenomenale sviluppo delle applicazioni Web (alle quali Smalltalk non era particolarmente orientato) ha fatto ritenere a molti che Smalltalk fosse un linguaggio morto. Nella realtà non è così: la comunità degli utenti Smalltalk è certamente ridotta ma molto attiva e continua a sviluppare applicazioni innovative sfruttando al meglio le caratteristiche di Smalltalk. Si guardino, ad esempio, i framework per applicazioni web Seaside[1], AIDA[2] o applicazioni futuristiche come Scratch[3], Sophie[4] o Cobalt[5].
Dal 2008 è iniziato il progetto di creazione del nuovo ambiente DNG (Dolphin Next Generation)[6] destinato ad unificare due dialetti Smalltalk (VSE di Digitalk e Dolphin di Object Arts) e creare un nuovo ambiente di sviluppo adatto ai prevedibili sviluppi informatici dei prossimi anni.
Smalltalk è stato creato come un linguaggio per sostenere "un nuovo mondo" di programmazione, ovvero come "la simbiosi dell'umano con il calcolatore", come chiaramente espresso in questo passaggio:
«[...] Chiunque vorrebbe poter programmare utilizzando un dispositivo alla stregua di un libro/foglio per gli appunti in un modo non certo possibile su un sistema di terminali collegati ad un grosso sistema di calcolo; milioni di potenziali utenti avrebbero il desiderio che l'interfaccia utente potesse trasformarsi in un ambiente autoapprendente, seguendo le linee educative ideate da Montessori e da Bruner; per le grosse attività di programmazione, la riduzione della complessità, l'utente finale vorrebbe che i dati e le relative strutture di controllo, fossero letteralmente eliminate, in favore di uno schema più simile a quello biologico ove tutte le cellule sono tra di loro separate, con l'unica possibilità di interagire tra di loro solo tramite messaggi, in modo da imitare qualsiasi comportamento richiesto.
Le prime versioni di Smalltalk volevano essere la prima risposta completa a questo nuovo paradigma, legato anche alle caratteristiche dell'hardware, dei linguaggi e delle interfacce utente in quel momento disponibili. È diventato un primo esemplare del nuovo modo di programmare, in parte perché stavamo provando per una variazione nel nuovo paradigma di Kuhn sulle strutture-a, in quello stesso spirito di chi ha inventato la stampa e quindi generando una posizione di estremismo che quasi ha forzato questo nuovo stile.»
Il seguente esempio stampa il testo "Hello world!".
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