Sindrome post-colecistectomia
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La sindrome post-colecistectomia (o Postcholecystectomy syndrome, PCS)[1] è la condizione costituita dalla presenza di sintomi più o meno gravi a seguito della rimozione chirurgica della colecisti (colecistectomia).[2]
Sindrome post-colecistectomia | |
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Specialità | gastroenterologia |
Eziologia | Colecistectomia |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
MeSH | D017562 |
Si parla di sindrome post-colecistectomia quando la sintomatologia non si risolve entro il normale decorso postoperatorio. Si tratta di una sindrome non infrequente che può avere carattere cronico: in un'analisi comparata di 25 studi pubblicata nel 2012, l'insorgenza della sindrome post-colecistectomia è stata rilevata nel 9,1% dei casi di colecistectomia, senza una differenza significativa d'incidenza tra uomo o donna.[3]
I sintomi includono:[1]
- Disturbi intestinali, nausea, vomito.
- Flatulenza, diarrea.[3]
- Dolore persistente nella parte superiore destra dell'addome.[4]
Tali sintomi si verificano in forma transitoria, persistente o cronica in una percentuale che varia dal 5 al 40% dei pazienti sottoposti a colecistectomia.[5]
La diarrea cronica è frequente e persiste in genere per alcune settimane o mesi,[3][6][7] in un caso su tre i sintomi si protraggono per molti mesi[1] o a vita.[8][9] Sebbene l'eziologia non sia sempre identificabile, è in genere trattata positivamente per mezzo dell'assunzione di un sequestrante degli acidi biliari[3] come il colesevelam,[10][11][12] o la colestiramina (Questran).[13][14][15][16]
Alcuni di questi effetti collaterali, in particolare quelli che coinvolgono il fegato, possono costituire disabilità permanente.[17]
Note
Collegamenti esterni
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