Sileno
personaggio della mitologia greca Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Sileno (in greco antico: Σιληνός?, Silēnós), oppure Seileno (in greco antico: Σειληνός?, Seilēnós), è un personaggio della mitologia greca e corrisponde al vecchio dio rustico della vinificazione e dell'ubriachezza antecedente a Dioniso[1].
Sileno | |
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Nome orig. | Σιληνός |
Caratteristiche immaginarie | |
Specie | Divinità |
Sesso | Maschio |
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Aspetto
Dall'aspetto di un anziano calvo, corpulento e peloso era spesso raffigurato con attributi animaleschi.
Disprezzava i beni terreni, aveva i doni di straordinaria saggezza e della divinazione.
Genealogia
Nonno di Panopoli scrive che sia stato generato da Gaia[2] mentre secondo altri autori è figlio di Pan e di una ninfa.
Servio Mario Onorato sostiene che sia figlio di Hermes.
Con la ninfa Melia generò Folo[3] e Dolione[4] e secondo Nonno di Panopoli lui solo è il padre dei Silenoi[5].
Mitologia
Riepilogo
Prospettiva
Era lo spirito della danza della spremitura dell'uva sul torchio ed il suo nome deriva dalle parole seiô, "muoversi avanti e indietro" e lênos "il trogolo del vino".
Ricevette in cura da Ermes il piccolo Dioniso[6] e lo fece allattare dalla ninfa Nisa in una grotta sul monte Nisa.
Anni dopo, mentre accompagnava Dioniso in un viaggio attraverso la Frigia, Sileno si perse e fu ritrovato da re Mida che lo trattò in modo ospitale e gli diede una guida in grado di indicargli la strada da seguire per ricongiungersi alla carovana[7].
Secondo gli autori latini, da Sileno discendono le tribù dei Satiri e delle ninfe.
A volte veniva moltiplicato in una triade od in un grande gruppo (i Silenoi) o veniva spesso identificato con un numero di altre divinità rustiche minori come Hekateros (il nonno del Satiei) od Oreads, od anche Nysos e Lamos (che in alcuni casi sono citati come i genitori adottivi ed alternativi di Dioniso).
Altre sue identificazioni sono Aristeo (il dio dei pastori); Oreo (un altro padre adottivo di Dioniso), il padre delle amadriadi; Pirrico, considerato il capo dei Cureti; Ecatero, che è detto essere il padre dei Dattili e delle ninfe ecateridi.
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I Silenoi
I Sileni (anche Silenoi) sono figure della mitologia greca, divinità minori dei boschi, di natura selvaggia e lasciva, imparentati con i Centauri e nemici dell'agricoltura[8]. Si riconoscono per caratteristiche equine (coda di cavallo e orecchie lunghe e appuntite), a differenza dei Satiri che hanno caratteristiche caprine (coda media o piccola e larghe orecchie triangolari).
Tuttavia sono chiamati Papposileni figure anziane e grassocce assimilabili piuttosto ai Satiri che non ai Sileni.
Socrate
In un celebre passo platonico[9] Alcibiade, intervenuto al simposio filosofico in onore di Agatone, in preda all'ebbrezza, dichiara il suo amore intellettuale per Socrate. Per far questo esordisce proprio associando l'aspetto esteriore e interiore del filosofo a certe raffigurazioni scultoree di Sileno in vendita nei mercati, che, una volta aperte, svelano al loro interno un'immagine divina. E descrive il turbamento generato dall'ascolto delle parole di Socrate paragonandole alle melodie dell'aulos di Marsia.
Nietzsche
In La nascita della tragedia di Friedrich Nietzsche, Sileno è individuato come portatore della saggezza dionisiaca, ovvero del senso tragico dell'esistenza, celato dai greci stessi attraverso l'apollineo.
Egli cita l'incontro di re Mida con Sileno:
«L'antica leggenda narra che il re Mida inseguì a lungo nella foresta il saggio Sileno, seguace di Dioniso, senza prenderlo. Quando quello gli cadde infine tra le mani, il re domandò quale fosse la cosa migliore e più desiderabile per l'uomo. Rigido e immobile, il demone tace; finché, costretto dal re, esce da ultimo fra stridule risa in queste parole: 'Stirpe miserabile ed effimera, figlia del caso e della pena, perché mi costringi a dirti ciò che per te è vantaggiosissimo non sentire? Il meglio è per te assolutamente irraggiungibile: non essere nato, non essere, essere niente. Ma la cosa in secondo luogo migliore per te è morire presto.'»
Note
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
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