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Il serpentinoscisto è un serpentino (roccia metamorfica) con caratteristiche di scistosità e in alcuni casi facilmente divisibile in lastre.
Serpentinoscisto | |
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Frammento di serpentinoscisto appartenente al laboratorio di geologia di I.S.I.S. Da Vinci-Pascoli | |
Categoria | Roccia metamorfica |
Minerali principali | antigorite, olivina, magnetite, clorite, pirosseno |
Peso di volume | 2795 kg/m³ |
Colore | verde in differenti tonalità |
Affioramento | Valmalenco |
Lastre in serpentinoscisto ("piode") sono estratte in Valmalenco (provincia di Sondrio) e utilizzate storicamente per la copertura dei tetti.
Le serpentiniti della Valmalenco sono un corpo roccioso tabulare, spesso da 1 a 2 km e affiorante su una superficie di circa 170 km², dotato di una particolare scistosità. Queste caratteristiche sono il risultato finale di deformazioni meccaniche e trasformazioni subite da un frammento di peridotite di diversi km cubi, emerso dal mantello terrestre durante la formazione delle Alpi.
Il serpentinoscisto è formato da antigorite, olivina, magnetite, clorite e pirosseno. La loro tessitura determina le caratteristiche fisico-meccaniche della roccia, come la fissilità (capacità di dividersi in lastre piane e sottili).
Il colore delle serpentiniti è il verde in differenti tonalità. Esposto all'aria la colorazione può variare nel tempo a causa dell'alterazione ferrosa della magnetite.
Il serpentinoscisto ha una elevata resistenza alla compressione e all'aggressione degli agenti atmosferici e un'elevata resistenza alla flessione. La superficie si presenta scabrosa, ma non sconnessa. Grazie a queste proprietà è utilizzato per coperture, rivestimenti e pavimentazioni.
Il serpentinoscisto della Valmalenco è classificato nella categoria "pietra" (norma UNI 8458) e il nome commerciale nelle "pietre naturali" (allegato A alla norma EN 12440).
Composizione mineralogica e definizione petrografica
L'attività di estrazione e lavorazione del serpentinoscisto in Valmalenco ha origine medioevale e a partire dall'anno 1000 circa nacquero e si svilupparono i mestieri ad essa legata (cavatore, scalpellino, posatore). La tecnica di estrazione consisteva nell'aprire i pezzi di roccia con mazze e cunei di diversa foggia per suddividerli in lastre sottili.
I cavatori, riuniti in corporazioni ("compagnie"), lavoravano manualmente la pietra negli antichi giacimenti sotterranei, ancora oggi visibili.
Le lastre di serpentinoscisto furono utilizzate per la copertura di numerosi edifici della diocesi di Como, compreso il duomo di Como.
Oggi le cave a cielo aperto costituiscono una fonte importante di occupazione e per il prodotto interno lordo della valle e le lastre sono ampiamente esportate in Europa, America ed Asia.
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