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Scatopsidae Newman, 1834, è una famiglia cosmopolita di insetti dell'ordine dei Ditteri (Nematocera: Psychodomorpha). Malgrado la diffusione e la frequenza con cui si rinvengono gli insetti di questo raggruppamento, la biologia della famiglia è ancora oggi poco conosciuta.
Scatopsidae | |
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Reichertella geniculata | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Ramo | Bilateria |
Phylum | Arthropoda |
Subphylum | Tracheata |
Superclasse | Hexapoda |
Classe | Insecta |
Sottoclasse | Pterygota |
Coorte | Endopterygota |
Superordine | Oligoneoptera |
Sezione | Panorpoidea |
Ordine | Diptera |
Sottordine | Nematocera |
Infraordine | Psychodomorpha |
Superfamiglia | Scatopsoidea |
Famiglia | Scatopsidae Newman, 1834 |
Sottofamiglie | |
|
L'adulto è un moscerino di piccole dimensioni ma di aspetto robusto, con corpo lungo 0,5-5 mm e livrea generalmente di colore scuro, in genere nera, a volte con macchie gialle. Molto simili ai Canthyloscelidae, gli Scatopsidae si differenziano per avere tutti e tre gli ocelli ben formati, palpi mascellari uniarticolati e nervatura alare più semplice. La specie australiana Hawomersleya aptera è caratterizzata dall'assenza delle ali, carattere insolito fra i Nematoceri.
Il capo è provvisto di tre ocelli ed ha antenne moniliformi, relativamente brevi, composte da 7-12 articoli. Gli occhi sono connati al vertice. Il torace è compresso ai lati, l'addome è breve, generalmente appiattito in senso dorso-ventrale e più largo all'estremità caudale.
Le ali sono moderatamente larghe, con lobo anale ampio ma poco rilevato e con nervature anteriori più evidenti per la pigmentazione. La nervatura alare, nel complesso, ha una ramificazione ridotta e mostra una concentrazione delle nervature verso il margine costale. La letteratura non offre una precisa e concordante interpretazione sulla struttura di alcune vene, in particolare in merito alla presenza o meno delle vene trasverse radio-mediale (r-m) e medio-cubitale (m-cu). In genere le descrizioni sottolineano la particolare evidenza delle nervature anteriori (costa e radio), che appaiono più sclerificate e pigmentate di quelle posteriori (media e cubito) e il marcato ravvicinamento della radio al margine costale. Di conseguenza, le ali di questi insetti appaiono dotate di una nervatura debole, concentrata verso il margine anteriore. Quest'ultimo carattere è spesso indicato, in inglese con la locuzione costalization of veins ("costalizzazione delle vene"). Le principali caratteristiche morfologiche della venatura alare si possono così riassumere:
La larva è apoda ed eucefala, con corpo appiattito e fusiforme, provvista di sistema respiratorio polipneustico nella 3ª e 4ª età. La pupa si sviluppa all'interno di un pupario rudimentale formato dall'exuvia dell'ultimo stadio larvale.
La biologia di questa famiglia è ancora poco conosciuta. Gli adulti si rinvengono in vari ambienti, ma in genere prediliggono stazioni fresche e umide; possono ritrovarsi anche presso le abitazioni, dove tendono a posarsi sul vetro delle finestre. All'aperto frequentano soprattutto le infiorescenze delle Apiaceae e tendono ad aggregarsi in sciami[7].
Le larve sono saprofaghe e si sviluppano su substrati organici umidi e in via di decomposizione di varia natura, come il legno marcescente, i suoli umidi e ricchi di sostanza organica, le lettiere forestali, residui vegetali vari, funghi. Frequente è la loro presenza anche negli escrementi degli animali, comportamento da cui deriverebbe, secondo vari Autori, il nome scientifico dato alla famiglia[8]. Nei Colobostematini sono presenti specie mirmecofile.
Fino agli anni ottanta, gli Scatopsidae sono stati associati, sotto l'aspetto filogenetico e tassonomico, ai Bibionomorpha, per le affinità sia morfologiche sia etologiche. WOOD & BORKENT (1989) ridefinirono questa correlazione e inclusero gli Scatopsidae e le famiglie affini (Canthyloscelidae e Perissommatidae) all'interno dell'infraordine degli Psychodomorpha, posizione largamente condivisa nella letteratura prodotta a partire dagli anni novanta.
La famiglia comprende oltre 30 generi con circa 350 specie descritte, ma il numero è destinato a crescere in quanto vi sono molte specie ancora sconosciute. La suddivisione interna si articola in quattro sottofamiglie di cui, quella più rappresentativa, Scatopsinae, è ripartita in quattro tribù. Sulla precisa collocazione dei generi nelle tribù ci sono tuttavia fonti discordanti:
Diverse sono le specie fossili appartenenti a questa famiglia[9]. Quelle descritte risalgono al Cenozoico, tuttavia, anche in assenza di una documentazione ufficiale che faccia riferimento a specie classificate, si ritiene che l'origine della famiglia risalga al Mesozoico e, probabilmente, al Cretacico superiore.
La famiglia ha una larga diffusione ed è rappresentata in tutte le regioni zoogeografiche della Terra, con alcune specie cosmopolite (Scatopse notata e Coboldia fuscipes). La maggiore concentrazione di specie si rileva nella regione oloartica (Neartico e Paleartico), ma molte sono ancora le specie sconosciute, soprattutto della Regione neotropicale.
In Italia sono segnalate solo quindici specie appartenenti a nove generi: Anapausis, Apiloscatopse, Coboldia, Colobostema, Parascatopse, Rhegmoclema, Reichertella, Scatopse, Swammerdamella[10].
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