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album di Francesco De Gregori del 1985 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Scacchi e tarocchi è il nono album in studio del cantautore italiano Francesco De Gregori, pubblicato nel 1985 dalla RCA Italiana.
Scacchi e tarocchi album in studio | |
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Artista | Francesco De Gregori |
Pubblicazione | settembre 1985 |
Durata | 33:38 |
Dischi | 1 |
Tracce | 10 |
Genere | Pop |
Etichetta | RCA Italiana |
Produttore | Francesco De Gregori Tracce 2 e 10: Ivano Fossati |
Formati | LP |
Certificazioni | |
Dischi d'oro | Italia[1] (vendite: 250 000+) |
Francesco De Gregori - cronologia | |
La canzone, celeberrima, già fatta incidere in precedenza a Gianni Morandi, introduce il tema della partecipazione collettiva al corso degli eventi, argomento molto caro al cantautore romano. Inoltre essa, laicamente, propone anche il tema della giustizia: il tribunale della storia è quello veramente equo e super partes, che distribuisce onestamente le colpe e le ragioni alle rispettive azioni umane. Ed è proprio per questo che tutti indistintamente sono chiamati a partecipare e a dare il loro contributo attivo ma soprattutto coloro che non appartengono ad un ceto elevato o non hanno un'adeguata preparazione culturale e che sarebbero tentati per paura di tirarsi indietro, perché la storia non è realizzata soltanto da gruppi elitari ma dalla totalità delle persone. Nella conclusione si deve osservare una reminiscenza di un famoso canto popolare antifascista (Bella ciao).
La canzone parla della tragedia sociale del terrorismo degli anni settanta in Italia.
Brano dedicato alla generazione rampante che negli anni ottanta in particolare si ispirava al modello performante degli yuppies statunitensi.
Ciao ciao parla delle vicende legate alla morte di Luigi Tenco, suicida nel 1967 in seguito alle delusioni al Festival di Sanremo (nonostante ancora oggi alcuni non riconoscano la tesi del suicidio, confermata però dalla riesumazione del 15 febbraio 2006). Nel testo De Gregori cita la canzone Ciao amore ciao, presentata quell'anno al Festival da Tenco; si riferisce a Sanremo con i versi: «Guarda che belli i fiori in quella città» e alla morte di Tenco con «Andarsene è un peccato...».
Dedica a Pier Paolo Pasolini intrisa di brevi immagini di grande carica poetica. La terza strofa («E voglio vivere come i gigli nei campi/ e come gli uccelli nel cielo campare...») cita una poesia di Pasolini contenuta in Teorema, che a sua volta cita il Vangelo secondo Matteo, trasposto in un film dallo stesso Pasolini.
Nell'introdurre Sotto le stelle del Messico a trapanàr, nell'album dal vivo Catcher in the Sky, De Gregori ironicamente dice che avrebbe voluto intitolare la canzone Infiniti tronchi, riferendosi ai verbi posti al termine di ogni verso, ma non lo fece per paura che qualche critico pensasse che la canzone avesse per oggetto foreste sterminate.
Tutti salvi si inscrive nel filone dedicato al Titanic cantato nell'album omonimo del 1982. De Gregori immagina che dopo il naufragio siano rimasti a galla oggetti, voci e note musicali che si perpetuano per sempre.
Testi e musiche di Francesco De Gregori.
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