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satrapia dell'Impero achemenide Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La Sattagidia (antico persiano: 𐎰𐎫𐎦𐎢𐏁 Thataguš) era una delle satrapie dell'Impero achemenide. La sua localizzazione è incerta, tuttavia Erodoto include i Sattagydae nel settimo distretto fiscale dell'impero, assieme a Gandarii, Dadicae e Aparytae[1]. Per questa ragione si ritiene che la Sattagidia si trovasse nella zona orientale dell'impero. Secondo un'ipotesi, sarebbe da localizzare nell'odierno Pakistan, a est dei Monti Sulaiman, approssimativamente nell'attuale distretto di Bannu[2].
La Sattagidia è menzionata per la prima volta nell'iscrizione di Behistun, come una delle province in rivolta mentre Dario il Grande si trovava a Babilonia. La rivolta fu soppressa presumibilmente nel 515 a.C. Dopo il 480 a.C. la provincia scompare dalle fonti, non è chiaro se per essere stata assorbita da altre satrapie o per il venir meno del controllo persiano sul territorio[3].
Dopo essere stata conquistata da Alessandro Magno, la regione divenne parte dell'Impero seleucide, mentre nel 316 a.C. fu conquistata dall'Impero Maurya[4]. In seguito all'invasione degli Indo-sciti, la regione prese il nome di Scizia, e come tale è menzionata nel Periplus Maris Erythraei. Seguì infine le sorti del subcontinente indiano.
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