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comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Santa Maria la Carità (Santa Maria 'a Carità in napoletano[3]) è un comune italiano di 11 617 abitanti[1] della città metropolitana di Napoli in Campania.
Santa Maria la Carità comune | |
---|---|
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Campania |
Città metropolitana | Napoli |
Amministrazione | |
Sindaco | Giosuè Carlo Maria Antonio D'Amora (M273) dal 26-5-2014 |
Data di istituzione | 1978 |
Territorio | |
Coordinate | 40°43′N 14°31′E |
Altitudine | 16 m s.l.m. |
Superficie | 3,98 km² |
Abitanti | 11 617[1] (31-7-2022) |
Densità | 2 918,84 ab./km² |
Frazioni | Petraro |
Comuni confinanti | Castellammare di Stabia, Gragnano, Pompei, Sant'Antonio Abate, Scafati (SA) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 80050 |
Prefisso | 081 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 063090 |
Cod. catastale | M273 |
Targa | NA |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Nome abitanti | sammaritani |
Patrono | Santa Maria della Carità |
Giorno festivo | 21 novembre e 2 luglio |
Cartografia | |
Posizione del comune di Santa Maria la Carità nella città metropolitana di Napoli | |
Sito istituzionale | |
È posizionato nella piana stabiese-vesuviana, al confine con l'Agro Nocerino-Sarnese.
La sua struttura urbana è a raggiera e parte da piazza Borrelli. Il nome è ispirato e riflette il culto della Santa patrona: Santa Maria delle Grazie; l'aggiunta "la Carità" è probabilmente una designazione locale e per superare casi di omonimia con altre località.
Le prime notizie sulla città risalgono al 900 a.C. allorquando le genti Osche cominciarono a insediarsi sul territorio. Si trattava di insediamenti rurali che sorgevano in un'area di intenso traffico commerciale. Dall'insediamento dei Sanniti (500 a.C.) all'eruzione del Vesuvio (79 d.C.) si susseguirono tutta una serie di cruente guerre e sanguinose battaglie nelle quali eserciti di diverse origini, scorrazzando nelle pianure del Sarno, razziavano le campagne alla ricerca di approvvigionamenti alimentari. Successivamente, nel 574 d.C., i Longobardi invasero il sud Italia arrivando nella piana del Sarno. Dopo secoli di relativa pace, sul finire del primo millennio (950 d.C.), i Longobardi cominciarono a edificare sul territorio torri militari di avvistamento per difendersi dalla minaccia apportata dai Saraceni, che invano avevano tentato di raggiungere Amalfi da Gragnano. Proprio una di queste torri, secoli e secoli dopo, diverrà il campanile della chiesa di Santa Maria la Carità.
La tradizione vuole che l'antica strada di collegamento tra il Sarno e i Monti Lattari passasse sotto la torre-campanile in prosecuzione con l'attuale via Pioppelle. D'altro canto, le grandi aperture alla base del campanile, tuttora esistenti, avrebbero proprio questo scopo funzionale.
Una data storica importante è il 1318, quando re Roberto d'Angiò delimita il feudo di Cancelleria stabilendo come termine di confine la chiesa di Santa Maria la Carità. Dal 1450 circa fino alla fine del XIX secolo si susseguirono numerosissimi tentativi di bonificare quei territori a tratti paludosi che causavano numerose morti per malaria. Ma solo nel 1855 Ferdinando II di Borbone istituirà l'Amministrazione delle Bonificazioni. Ultimo focolaio bellicoso prima delle grandi guerre mondiali sorse nel 1860, quando numerosi sammaritani antigaribaldini, dopo violenti scontri, si diedero al brigantaggio non potendo far valere diversamente la propria fedeltà ai sovrani borbonici.
La presenza all'interno della chiesa di Madonna delle Grazie di un quadro di Sandro Botticelli è accertata fin dalla fine del '400 quando lo stesso artista, su spinta di papa Sisto IV, decise di donare il quadro della Madonna con Bambino al territorio sammaritano con lo scopo di entrare nelle grazie della famiglia Medici proprietaria di alcuni terreni in quella zona. Negli anni '60 il quadro viene spostato in seguito a lavori di restauro della chiesa, da quel momento si perde ogni traccia dell'opera fino al dicembre del 2023 quando viene ritrovato in condizioni critiche e successivamente sottoposto ad un'opera urgente di restauro.[4]
Le ultime date degne di nota appartengono tutte al ventesimo secolo. Nel 1950 nascono le prime proposte di legge per istituire il comune autonomo di Santa Maria la Carità, ma si deve attendere fino al 1978 per ottenere la totale autonomia dal comune di Gragnano.
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con DPR del 21 dicembre 1989.[5] Lo stemma si presenta di rosso, a tre stelle di otto raggi, male ordinate, d'oro; al capo d’oro, caricato delle lettere maiuscole S e M, di azzurro. Ornamenti esteriori da Comune. Il gonfalone è un drappo di azzurro.
Nel territorio sammaritano sono state ritrovate diverse ville di epoca romana, che risalgono al I secolo a.C. In alcune di esse si può notare che conservano ancora una cella vinaria, una frumentaria, una olearia e una fructuaria.
Abitanti censiti[6]
Santa Maria la Carità possiede un'unica frazione, denominata "Petraro", al confine con Castellammare di Stabia. La frazione si sviluppa attorno alla Chiesa di Santa Maria del Carmine.
Le maggiori attività economiche della piccola cittadina campana sono l'agricoltura, con la produzione di pomodori, frutta e olive, la floricoltura e, per quanto riguarda l'aspetto industriale, ci sono piccoli stabilimenti di materiali da costruzione, soprattutto per il lapilcemento.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
1987 | 1992 | Catello Cascone | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1992 | 1995 | Carlo Longobardi | Democrazia Cristiana-PPI | Sindaco | |
1995 | 1997 | Paolo Fortunato | Lista civica | Sindaco | |
1997 | 1997 | Raffaella Moscarella | Commissario | ||
1997 | 1999 | Sebastiano Gargiulo | Lista civica | Sindaco | |
1999 | 2000 | Maria Grazia D'Ascia | Commissario | ||
2000 | 2002 | Carlo Longobardi | Unione di Centro | Sindaco | |
2002 | 2004 | Simonetta Calcaterra | Commissario | ||
2004 | 2014 | Francesco Cascone | Forza Italia-PdL | Sindaco | |
2014 | in carica | Giosuè Carlo Maria Antonio D'Amora | Lista civica | Sindaco |
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