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antifascista e partigiano italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Salvatore Auria (Sommatino, 18 ottobre 1916 – Strabatenza, 21 aprile 1944) è stato un partigiano italiano, noto col nome di battaglia di Giulio.
Antifascista, confinato politico, partigiano, insignito di Medaglia d'argento al valor militare alla memoria.
Salvator Rosate Auria fu arrestato il 16 settembre 1936 come "irriducibile sovversivo"[1] e confinato per 5 anni sull'isola di San Nicola, nelle Tremiti.[2] Venne ripetutamente condannato (a oltre 2 anni di carcere) per essersi sempre rifiutato di fare il saluto romano. Liberato nell'agosto del 1943, non riuscendo a tornare in Sicilia, raggiunge la Romagna con alcuni compagni di prigionia (Adamo Zanellfti).
Nell'Appennino forlivese, con il nome di battaglia di Giulio e/o di Salvatore, è tra i primi organizzatori e comandante di una formazione partigiana di montagna: il Gruppo Salvatore. Nell'ottobre del 1943, il Gruppo Salvatore è raggiunto dal Gruppo Libero, comandato da Riccardo Fedel. Dall'unione dei due gruppi nascerà, ai primi di dicembre, la Brigata Garibaldi Romagnola, con Libero comandante e Giulio commissario politico.
Nell'aprile 1944, durante il massiccio rastrellamento tedesco che sbandò la Brigata, Giulio muore in combattimento, presso il villaggio di Strabatenza, oggi frazione del comune di Bagno di Romagna.
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