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disciplina dell' equitazione Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il salto ostacoli è un termine che identifica una disciplina dell'equitazione, la quale vede impegnato il binomio uomano-cavallo, nell'interpretazione e risoluzione di un percorso ad ostacoli.[1] Nell'accezione comune, si parla di concorso ippico.
L'altezza degli ostacoli, la difficoltà del percorso e il numero di ostacoli da superare dipende dalla categoria alla quale si partecipa e dalla preparazione atletica di cavallo e cavaliere. L'altezza degli ostacoli varia dai 40 cm a 160 cm (e possono superare i 2 metri nelle gare di potenza) con categorie intermedie di 60, 70, 80, 90, 100, 105 (categoria riservata ai pony), 110, 115, 120, 125, 130, 135, 140, 145, 150, 160 (il gran premio è la categoria di salto di maggiore difficoltà tecnica, dotata del montepremi più alto della giornata e non è sempre e necessariamente la categoria più alta del concorso). Il numero di ostacoli varia da 8 a 13 (per i pony che fanno le 40 gli ostacoli sono solo 8) con eventuali combinazioni di più ostacoli dette gabbie.
L'equitazione è una delle attività più antiche a cui si è dedicato l'essere umano. Il primo manuale a noi pervenuto, La cura e l'alimentazione del cavallo da carro, fu redatto da Kikkuli, maestro di cavalli di origine mitannica, nell'anno 1.350 a.C.. Invece, il più antico e più noto manuale in cui è trattato anche il modo di montare a cavallo è Sull'equitazione di Senofonte.
Nella storia greca e romana chi sapeva montare acquistava un "valore aggiunto" nelle società. Da allora in poi il titolo di cavaliere divenne espressione di nobiltà, ma anche, per contro, nei secoli successivi, i nobili furono costretti ad imparare l'arte di montare per partecipare alla vita politica e militare (vedi, ad esempio, generale L'Hotte, Caprilli).
L'approfondimento tecnico dell'arte di montare a cavallo fu sempre appannaggio della Cavalleria e per questo motivo chi ha scritto libri di tecnica equestre (Grisone, Fiaschi, Pignatelli, Mazzuchelli, Caprilli, ecc.) è spesso collegato all'ambiente militare. Non vi è altra attività umana su cui, nel corso dei secoli, siano stati scritti tanti testi di approfondimento. Ma il rapporto che si stabilì nei secoli tra umani e cavalli, si modificò gradualmente nell'ultimo periodo storico, da quando cioè il motore a scoppio trasformò il modo di viaggiare e di fare la guerra. Dal Novecento in poi, l'equitazione perse la propria importanza utilitaristica e si trasformò in attività prevalentemente ludico-sportiva. Nell'Italia della prima metà del Novecento, si segnalò l'opera del conte Paolo Orsi Mangelli, con la sua celeberrima scuderia.
Il salto a ostacoli nasce nella metà del 1700; nato durante le battute di caccia, dove vi erano molti ostacoli, quindi questa disciplina era considerata molto utile e si diffuse in parecchie scuderie. Il primo concorso si svolse a Parigi nel 1900, lo stesso anno in cui viene incluso nel programma olimpico. Fino metà anni '40 però questi concorsi erano riservati solo ai militari, ma poi a partire dal primo campionato mondiale la Fédération équestre internationale non ne è diventata organizzatrice.
Fasi del salto.
Nel saltare un ostacolo abbiamo 4 fasi di cui:
Avvicinamento ad un salto:
Gli ostacoli sono formati da barriere poggiate su sostegni (detti "pilieri"), e da elementi riempitivi e/o decorativi. La differenza principale tra i salti è quella tra "verticali" e "larghi".
I salti possono essere combinati tra di loro per formare altri tipi di ostacoli.
Gli ostacoli possono essere di diversi tipi:
A partire dal 2006, i cavalieri e le amazzoni tesserati presso un centro autorizzato FISE o un centro affiliato FISE vengono classificati in base all'età (considerando l'anno solare):
Per poter gareggiare nei concorsi autorizzati dalla FISE, i cavalieri e le amazzoni devono essere tesserati presso un centro autorizzato FISE o affiliato, e devono essere titolari di una "patente" che ne attesti l'idoneità a gareggiare in determinate categorie.
Le patenti FISE per il salto ostacoli sono così suddivise:[2]
È prevista anche la possibilità di retrocedere alla patente di grado inferiore. Per l'eventuale successivo reintegro alla patente di grado superiore è necessario solo fare richiesta al proprio Comitato Regionale all'atto del rinnovo annuale della patente.
I concorsi ai quali si può partecipare si differenziano tra loro per la progressiva difficoltà (altezza e complessità del percorso), per il tipo (a tempo, di precisione, ecc.) in numerose combinazioni che sono raccolte all'interno del Prontuario FISE (Federazione Italiana Sport Equestri) che ne regola lo svolgimento. Gli ostacoli possono variare in altezza e complessità di presentazione. Pertanto ciò richiede una buona preparazione sia del cavallo che del suo cavaliere.
In Italia esistono vari tipi di concorsi sia nazionali che internazionali.
In ogni concorso ippico possono essere programmate una serie di categorie, che si differenziano in base all'altezza prevista per i vari salti. Le categorie sono aperte sia ai pony (indicate da una P) che ai cavalli, con esclusione di quelle specificatamente riservate:
Categorie riservate alle patenti G1:
Categorie riservate alle patenti G2:
Oltre che per altezza, le categorie possono essere suddivise anche in base al tipo:
I tracciati di solito sono di 700–1000 m, vanno affrontati ad una velocità di 350/400 m/min e ogni percorso comprende 12-15 ostacoli (talvolta comprese le gabbie). I cavalieri prima di cominciare il concorso a cavallo possono fare la ricognizione a piedi.
Durante le gare internazionali gli atleti possono essere valutati in base a due regolamenti:
Gli ostacoli vengono posizionati all'interno di un campo di gara, secondo le disposizioni di un Direttore di campo e in base ad un grafico che indica la posizione e la forma del salto, oltre alla distanza che intercorre tra un salto e l'altro. Prima di ogni gara viene effettuata la ricognizione a piedi durante la quale i concorrenti, in tenuta da gara, osservano gli ostacoli, il percorso nel suo insieme e misurano le distanze tra un salto e l'altro. Nella maggior parte delle gare le ricognizioni vengono effettuate dagli allievi in compagnia dei loro istruttori che li guidano dando consigli per affrontare il percorso. Viene inoltre concesso ai cavalieri di esercitarsi nel salto in appositi campi prova, grazie alla presenza di almeno un verticale e un oxer, prima che la gara cominci.
La divisa regolamentare prevede:
Se con giacca rossa:
Nel periodo maggio/settembre (o a discrezione del comitato organizzatore) sono autorizzate le divise estive, e la giacca può essere sostituita da una polo bianca o dei colori del circolo di appartenenza. In questo caso la polo è obbligatoria, altrimenti è concesso l'uso della camicia a patto che sopra di essa venga indossata la giacca. In caso di maltempo il comitato organizzatore può autorizzare l'uso di giubbini impermeabili al posto della giacca. Nel periodo ottobre/aprile, la giacca è obbligatoria. In alternativa, in gara si può portare anche una felpa dello stesso maneggio per alcune categorie di salto ostacoli di colore blu o nera.
Nei concorsi a ostacoli l'obiettivo è terminare il percorso il più velocemente possibile senza l'abbattimento o lo scarto di nessun ostacolo (i quali comportano punti di penalità). All'inizio di ciascuna categoria viene comunicato un tempo massimo e un tempo limite.
Una regola fondamentale riguarda il cap: anche se, superati i 18 anni, in allenamento diventa facoltativo, in gara esso è sempre obbligatorio.
In campo gara e in campo prova è proibito l’uso di frusta di lunghezza superiore a 75 cm. In campo prova, esclusivamente per il lavoro in piano, è autorizzato l’uso della frusta lunga da dressage (max 110 cm).
È proibito l’uso di speroni che possano ferire il cavallo.
Le penalità vengono così calcolate:
Il percorso è netto (0 penalità) quando il cavallo non abbatte nessun ostacolo e il percorso viene terminato entro il tempo previsto.
L'eliminazione equivale al divieto per il concorrente di iniziare o continuare la prova.
Cause di eliminazione a discrezione della giuria:
Cause di eliminazione automatica:
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