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composto chimico elettricamente neutro costituito dall'insieme di più ioni Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Un sale, in chimica, è un composto chimico elettricamente neutro[1] costituito dall'insieme di più ioni (anioni e cationi),[2] in genere disposti all'interno di un reticolo cristallino, uniti da un legame ionico di ionicità più o meno elevata.
I sali hanno diverso grado di solubilità nei diversi solventi. In una soluzione salina si osserva un fenomeno detto innalzamento ebullioscopico (innalzamento del punto di ebollizione) e di abbassamento crioscopico (abbassamento del punto di congelamento) rispetto al solvente puro.
I sali possono essere ottenuti sostituendo gli atomi di idrogeno di un acido con atomi metallici o con un gruppo funzionale che possa mostrare comportamento metallico o cationico (per esempio il gruppo ammonio, NH4+). Essendo costituiti da ioni, i sali sono "composti ionici"; possono essere organici o inorganici, semplici o complessi, binari, ternari, eccetera (costituiti da diverso numero di elementi chimici). Presentano caratteristiche esteriori variabili e diverse (colore, odore, sapore, trasparenza) a seconda della loro composizione.
Possono essere, a seconda delle caratteristiche del legame ionico, e della polarità degli ioni idrolizzati risultanti, molto solubili o completamente insolubili in acqua, dove i due gruppi uniti da legame ionico si dissociano. Sono altresì solubili in altri solventi, e tipicamente i sali formati da elettroliti forti si sciolgono bene in solventi polari come l'acqua. I sali hanno un punto di fusione variabile, spesso bassa durezza, e bassa comprimibilità.
Se fusi o dissolti in acqua son detti elettroliti e conducono elettricità proporzionalmente all'elettronegatività degli atomi costituenti, comportandosi da conduttori di seconda specie. I due elementi di un sale binario (come ad esempio il cloruro di sodio) possono essere ottenuti per elettrolisi del sale fuso. Ciò che comunemente viene chiamato sale o sale da cucina è in realtà uno dei tanti sali possibili, cioè il cloruro di sodio (NaCl).
Oltre ai più noti sali semplici, binari e ternari inorganici, ne esistono numerosi caratterizzate da molecole più complesse. I sali possono essere acidi o basici a seconda del livello di sostituzione della componente anionica e cationica del composto (carbonato acido di sodio, o bicarbonato, un esempio del primo caso, cloruro di cobalto, cloruro basico di bario o idrossicloruro di bario nel secondo), semplici come il cloruro di sodio o doppi, tripli, eccetera come l'allume di potassio o di cromo, di acidi semplici o complessi (ad es. degli eteropoliacidi), come il ferrocianuro di potassio, dall'acido ferrocianidrico, il fosfomolibdato di sodio dall'acido fosfomolibdico, o essere composti che, formalmente sali, assumono caratteristiche affini a una lega, come i semiconduttori arseniuro di gallio e fosfuro di indio. Gli acidi organici come gli acidi carbossilici, gli acidi solfonici, fosfonici, eccetera, formano altresì i corrispondenti sali (diidrossiazonaftalen-trisolfonato di sodio, fosfonati, e via dicendo).
Reagenti | Risultato | Equazione di esempio |
---|---|---|
idrossido + acido | sale + acqua | (solfato di sodio) |
metallo + acido | sale + idrogeno | (solfato di zinco) |
anidride + ossido basico | sale (ternario) | (carbonato di calcio) |
ossido basico + acido | sale + acqua | (nitrito ferrico) |
metallo + non metallo (del VI o del VII gruppo B della Tavola periodica) | sale (non ossigenato) | (cloruro di zinco) |
idrossido + anidride | sale (ternario) + acqua | (solfito di sodio) |
NB: ci sono altri modi per ottenere sali partendo da sali, tra cui: sale + acido, sale + non-metallo, sale + idrossido, sale + sale.
Le regole di nomenclatura usate in chimica assegnano ai sali nomi a partire dagli ioni che li costituiscono. Frequentemente nomi dei componenti cationici, spesso ioni metallici o ammonici, sono dati per primi, seguiti dai nomi del componente anionico. Gli anioni sono spesso chiamati in accordo al loro acido coniugato, sostituendo il suffisso -idrico con il suffisso -uro, il suffisso -oso con il suffisso -ito e il suffisso -ico con il suffisso -ato; alcuni esempi:
Nelle reazioni di preparazione dei sali con acidi con più di un atomo di idrogeno può accadere in determinate condizioni che al radicale acido rimangano uno o più atomi di idrogeno, quindi legandosi al metallo si ottiene un sale acido. Quindi un sale è acido se contiene degli idrogeni residui dell'acido da cui deriva.
Nelle reazioni di preparazione dei sali partendo dagli idrossidi con più di un gruppo idrossido in determinate condizioni può accadere che dall'idrossido non si stacchino tutti i suddetti gruppi e uno (o più d'uno) rimanga legato al sale. Si ha così un sale basico.
Es. Ca(OH)2 + HCl → Ca(OH) Cl + H2O (cloruro basico di calcio o idrossicloruro di calcio)
I sali inorganici neutri possono avere due sapori: amaro o salato. Se l'uno o l'altro dipende dalla somma dei diametri delle specie ioniche.[3]
Come riferimento viene preso il bromuro di potassio che ha un sapore intermedio e la somma dei diametri ionici è pari a 0,658 nm. Sali che hanno un valore minore di questa somma sono salati (il cloruro di sodio ha 0,556 nm); valori superiori (come quello del cloruro di magnesio, 0,850 nm) conferiscono il sapore amaro.
Nell'antica Roma, i legionari e i magistrati ricevevano un'integrazione della retribuzione a base di sale, a quel tempo sostanza rara e preziosa. Da questa usanza deriva la parola italiana "salario" (in latino salarium), con riferimento al pagamento in sale delle ore di lavoro effettuate nella giornata[4].
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