Rudi Vittori

alpinista e scrittore italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Rudi Vittori

Rudi Vittori, per l'anagrafe Rodolfo (Sagrado, 22 dicembre 1956), è un alpinista, psicologo e scrittore italiano. A cavallo tra gli anni '70 e '80 ha partecipato attivamente al dibattito sull'evoluzione dell'Alpinismo e dell'Arrampicata sportiva.

Fatti in breve Nazionalità, Alpinismo ...
Rudi Vittori
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Rudi Vittori in arrampicata nel 1983
Nazionalità Italia
Alpinismo
Specialità
Conosciuto per
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Biografia

Riepilogo
Prospettiva

Cominciò a praticare la speleologia a 12 anni, per poi abbandonarla immediatamente ed iniziare ad arrampicare all'età di 15 anni. Alpinista totale, ha arrampicato sia su calcare e dolomia, sia su granito. La sua attività spazia su tutto l'arco alpino nel corso degli anni settanta e ottanta del '900. È stato un precursore, alla fine degli anni '70, del cascatismo nelle Alpi Orientali, salendo innumerevoli cascate di ghiaccio, in particolare nelle valli più nascoste delle Alpi Giulie Occidentali, mettendo a punto materiali e tecniche per la salita verticale[1]. Ha aperto alcune vie sulle pareti del Jôf Fuart[2], a oriente, e del Monte Bianco[3]

Attivo anche su terreni extraeuropei, da menzionare la salita alla Cresta Sud Ovest del Cerro Mercedario[4] considerata all'epoca uno degli ultimi problemi andini.

In bilico tra arrampicata tradizionale e moderna, è stato al centro di numerosi dibattiti sul concetto di "arrampicata libera" e di "arrampicata sportiva"[5][6].

L'attività pubblicistica lo ha visto costantemente coinvolto nel dibattito sulle principali testate dell'epoca: Rivista della Montagna, Alp, oltre ai periodici del Club Alpino Italiano, in difesa della purezza e contro l'uso dello spit come elemento di protezione in montagna.

Per l'attività culturale nei confronti dell'Alpinismo, nel 1986 viene accolto quale Accademico nel GISM (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna)[7].

Opere principali

Note

Bibliografia

Collegamenti esterni

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