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Il Rubroboletus satanas (Lenz) Kuan Zhao & Zhu L. Yang, 2014, chiamato comunemente porcino malefico per il rischio di confusione con l'edule Boletus edulis, è un fungo tossico della famiglia delle Boletaceae. È conosciuto anche col binomio obsoleto di Boletus satanas.[1]
Porcino malefico | |
---|---|
Rubroboletus satanas | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Fungi |
Divisione | Basidiomycota |
Sottodivisione | Agaricomycotina |
Classe | Agaricomycetes |
Sottoclasse | Agaricomycetidae |
Ordine | Boletales |
Famiglia | Boletaceae |
Genere | Rubroboletus |
Specie | R. satanas |
Nomenclatura binomiale | |
Rubroboletus satanas (Lenz) Kuan Zhao & Zhu L. Yang, 2014 | |
Nomi comuni | |
Porcino malefico, satanasso |
10-30 (40) cm di diametro, carnoso, emisferico, poi convesso-appiattito, biancastro, bianco-verdastro o bianco-grigiastro, glabro e liscio, con piccole screpolature al centro; diventa bruno-bluastro quando manipolato. Nell'esemplare vecchio diventa gnoccoso, si storce.
Piccoli, rotondi, rosso-sangue o rosso-arancione verso il margine, viranti nel verdastro alla pressione.
Giallognoli o giallo-verdastri, corti, al tocco virano nel blu.
Ovale o globoso, tozzo, compatto, ingrossato alla base, color giallognolo (giallo rosso) o giallo-arancio; nella parte alta (l'attaccatura al cappello) ricoperto da un fine reticolo a piccole maglie di colore rosso-vivo; la parte centrale e inferiore è a superficie rossa con reticolo concolore. La parte sotto terra, quella che lo collega, ed è parte integrante, al micelio è giallo-brunastro. Il colore si vede raramente in quanto spessissimo è sporco di terra.
Soda, compatta, biancastra, assumente rapidamente al taglio una tinta rossiccia che dapprima vira nel viola oppure nel blu tenue, successivamente nel grigio.
Fusiformi, bruno-olivastre in massa.
Cresce generalmente su suoli calcarei, sotto latifoglie, dalla primavera all'estate e, talvolta, anche nella prima metà dell'autunno.
Si sviluppa in zone prevalentemente esposte a sud, non molto elevate. Vive in simbiosi anche con il castagno ed è facile trovarlo in gruppi più o meno numerosi.[2]
Molto velenoso, provoca vomito persistente.
Dal Rubroboletus satanas è stata estratta una potente glico-proteina tossica, la Bolesatina, un inibitore della sintesi proteica a livello ribosomale (meccanismo: nucleoside trifosfato fosfatasi), idrolizzando il GTP nonché l'ATP.
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