Rodoaldo
re dei longobardi in Italia (r. 652-653) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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re dei longobardi in Italia (r. 652-653) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Rodoaldo (636 circa – 653) è stato re dei Longobardi dal 652 alla morte.
Rodoaldo | |
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Re dei Longobardi Re d'Italia | |
In carica | 652 – 653 |
Predecessore | Rotari |
Successore | Ariperto I |
Nascita | 636 circa |
Morte | 653 |
Dinastia | Arodingi |
Padre | Rotari |
Madre | Gundeperga |
Religione | Ariana |
Figlio del re Rotari, come lui ariano della stirpe degli Arodingi, e di Gundeperga, salì al trono alla morte del padre, ma lo conservò appena per pochi mesi senza lasciare tracce significative del suo governo. Pare che, circa sei mesi dopo la sua elezione,[1] sia stato ucciso da un longobardo, del quale aveva violentato la moglie.[2]
Fondò la chiesa del tempio del Salvatore a Pavia, all'epoca situato fuori della porta Marenca.[2] Non è noto nessun documento direttamente a lui riconducibile; gli viene attribuito un diploma, rilasciato a Pavia il 4 novembre 652, che conferisce benefici all'abate Bobuleno di San Colombano di Bobbio; ma molto probabilmente il diploma fu prodotto sotto Teudilascio, abate di Bobbio, all’inizio del X secolo.
Al suo posto i duchi longobardi elessero Ariperto I, riportando così al trono un cattolico della dinastia bavarese.
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