Roccaprebalza
frazione del comune italiano di Berceto Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Roccaprebalza è una piccola frazione del comune di Berceto, in provincia di Parma.
Roccaprebalza frazione | |
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Casetorri nel borgo | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Provincia | Parma |
Comune | Berceto |
Territorio | |
Coordinate | 44°31′28″N 9°57′35.9″E |
Altitudine | 560 m s.l.m. |
Abitanti | 32[2] |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 43042 |
Prefisso | 0525 |
Fuso orario | UTC+1 |
Patrono | san Biagio |
Cartografia | |
La località dista 2,85 km dal capoluogo.[1]
Roccaprebalza sorge alla quota di 560 m s.l.m. a fianco di uno sperone di roccia ofiolitica che si erge a picco sulla val Manubiola[3] e sulla valle del suo affluente rio di Roccaprebalza,[4] valicato in prossimità del borgo dal viadotto omonimo dell'autostrada A15.[5]
La località, nota all'epoca come Pietrabarza,[6] sorse in epoca medievale accanto al castello, edificato per volere dell'autorità episcopale di Parma a presidio della vallata; la rocca fu menzionata per la prima volta nel 1220, nell'atto di conferma dei diritti feudali ai vescovi cittadini per volere dell'imperatore del Sacro Romano Impero Federico II di Svevia.[7]
Nel 1355 il vescovo Ugolino de' Rossi cedette per debiti i domini episcopali di Roccaprebalza, Corniglio, Roccaferrara e Corniana al nipote Giacomo e al pronipote Bertrando,[8] ma l'effettiva consegna avvenne solo quindici anni dopo.[9]
Nel 1400 i fratelli Giacomo, Pietro e Giovanni de' Rossi ricevettero conferma dell'investitura dal papa Bonifacio IX,[10] dal quel momento il feudo di Roccaprebalza seguì le vicende della vicina Berceto.[11]
Nel 1464 Pier Maria II de' Rossi destinò nel testamento numerosi feudi appenninici, tra cui la contea di Berceto con Roccaprebalza e altre terre, al figlio Bernardo, che tuttavia premorì al padre;[6] nel 1480 Pier Maria modificò quindi l'atto, destinando tali castellanie al figlio legittimato Bertrando.[12] Alla morte di quest'ultimo, privo di eredi diretti, nel 1502, i suoi beni passarono al nipote Troilo I, che annetté i feudi alla contea di San Secondo.[13]
Nel 1635 Troilo IV de' Rossi fu dichiarato reo di ribellione dal duca di Parma Odoardo I Farnese, che confiscò tutte le sue terre, comprendenti i feudi di San Secondo, Berceto, Roccaprebalza, Roccalanzona e Corniana.[14] Il fratello Scipione I, che servì a lungo il regno di Spagna, nel 1657 riuscì con l'aiuto del re Filippo IV a convincere il duca Ranuccio II ad annullare il decreto del 1635, a fronte tuttavia di un elevatissimo esborso di denaro;[15] la disastrosa situazione finanziaria nel 1666 lo costrinse a cedere tutti i feudi appenninici alla Camera ducale di Parma.[16]
Nel 1707 il duca Francesco Farnese assegnò Berceto con Roccaprebalza ai marchesi Boscoli, che lo permutarono con Ravarano;[17] nel 1736 subentrarono i conti Tarasconi Smeraldi,[16] che ne mantennero il possesso fino all'abolizione dei diritti feudali decretata da Napoleone nel 1805.[7]
Menzionata per la prima volta nel 1230, la chiesa medievale fu dotata del campanile nel 1865; abbattuta nel 1926, fu ricostruita in stile neoromanico e consacrata nel 1932; arricchita della cappella del battistero nel 1951, fu restaurata e consolidata strutturalmente tra il 2012 e il 2013; il luogo di culto si sviluppa su un impianto a tre navate con presbiterio absidato e coperto da cupola.[18]
Edificato in epoca medievale per volere dei vescovi di Parma, lo strategico castello passò nel 1355 ai Rossi, che lo mantennero fino al 1666; assorbito dalla Camera ducale di Parma, fu assegnato nel 1707 ai marchesi Boscoli e nel 1736 ai conti Tarasconi Smeraldi, che ne conservarono i diritti fino al 1805, quando il maniero, abbandonato da tempo, si presentava già in profondo degrado; ne rimangono soltanto pochi ruderi sulla cima dello sperone roccioso a picco sulla vallata e, stretto tra le case addossate del borgo, il rivellino con la volta d'accesso all'antica area fortificata.[7][19][20]
Edificata nel XVIII secolo, la casatorre in pietra sorge in continuità col rivellino d'accesso all'antico castello; sviluppata su tre livelli, è caratterizzata dalla presenza di cinque mensole per stendardi che aggettano dalla facciata; sormontata da un frontone triangolare al cui interno è collocata la colombaia, è coperta da un tetto a due falde in lose.[21]
Costruita forse già nel XV secolo oppure tra il XVI e i primi anni del XVII secolo, la stretta casatorre in pietra si erge tra le case adiacenti a margine della strada centrale; sviluppata su tre livelli, è caratterizzata dalla presenza di una finestra con cornice in arenaria decorata con un motivo a losanghe; sormontata da un piccolo frontone triangolare al cui interno è collocata la colombaia, è coperta da un tetto a due falde in lose.[22]
Edificata tra il XV e il XVI secolo, la struttura in pietra sorge accanto alla casatorre Camisani, a margine della strada che conduceva al castello; sviluppata su due livelli, è caratterizzata dalla presenza di due portali con cornice in arenaria, di cui uno sormontato da un architrave a lunetta decorato con alcune incisioni simboliche e datato 28 maggio 1489; probabilmente ribassata in epoca imprecisata, è coperta da un tetto a due falde in lose.[23]
Costruita nel XVIII secolo, la struttura in pietra sorge lungo la strada centrale in prossimità del rivellino d'accesso all'antico castello; sviluppata su due livelli, è caratterizzata dalla presenza in facciata del portale d'ingresso affiancato da un'apertura per la vendita di merci, dalla tipica forma delle botteghe medievali; è coperta da un tetto a due falde in lose.[24]
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