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Rizzerio da Muccia (... – Muccia, 7 febbraio 1236) è stato un religioso italiano dell'Ordine dei frati minori.
Tra i primi e più cari discepoli di san Francesco, il suo culto come beato è stato confermato da papa Gregorio XVI nel 1838.
Bonconte nacque nella famiglia umbra dei conti Baschi, fu avviato agli studi giuridici e inviato a Bologna, dove ebbe per compagno il suo corregionale Pellegrino da Falerone. Dopo l'arrivo in città di san Francesco (5 agosto 1222) i due decisero di seguirlo: fu ministro provinciale della Marca d'Ancona.[1] Trascorse gli ultimi anni di vita in un eremo nei pressi di Muccia, dove si spense.[2]
All'interno del casato dei Baschi da lungo tempo continuava una scia di odii familiari: i tre figli di Ugolino di Baschi, Ugolino, Bonconte e Ranieri erano in conflitto per questioni di interessi. Bonconte, che aveva ascoltato Francesco ad Alviano, gli propose di farsi mediatore e Francesco volle incontrare i Baschi per ricomporre le discordie di famiglia. Grazie alle sue fervide esortazioni, ottenne che i fratelli deponessero le armi. Dopo la riappacificazione i tre fratelli per riconoscenza donarono al frate di Assisi un vetusto fabbricato con un terreno adiacente, presso la riva sinistra del Tevere: San Francesco v'iniziò la costruzione del convento di Pantanelli nei pressi del castello di Baschi.
Bonconte rimase profondamente colpito dal Poverello che riuscì a sedare la sanguinosa lite e volle seguire le orme di Francesco, facendosi frate. Adottò il nome di Rizziero e vestì l'abito dei postulanti, e dal 1221 al 1224 fu scelto per accompagnare come “guardiano” l'ormai malato Francesco d’Assisi. I due vissero a fianco a fianco a Santa Maria degli Angeli nell'eremo di Greccio.
Poi Rizziero lasciò Francesco per prepararsi a ricevere l’ordine sacro a Rieti. Si ricongiunsero in seguito ad Assisi, quando ormai Francesco era prossimo alla morte. Dopo la morte del Santo ci furono dissidi nell’Ordine e Rizziero decise di ritirarsi a vita eremitica nelle terre del castello di proprietà dei Baschi presso Muccia.[2]
Il suo corpo fu sepolto nella chiesa di San Giacomo presso Muccia, poi abbattuta.[2]
Papa Gregorio XVI, con decreto del 14 dicembre 1838, ne confermò il culto con il titolo di beato.[3]
Il suo elogio si legge nel martirologio romano al 7 febbraio.[4]
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