La rivolta contadina in Albania,[1][2] o rivolta musulmana in Albania, fu una sollevazione di contadini dell'Albania centrale, in gran parte musulmani, contro il regime del principe Guglielmo di Wied durante il 1914, e fu una delle ragioni per cui il principe si ritirò presto dal governo del paese segnando la caduta dell'effimero Principato d'Albania.[3] La rivolta venne guidata dai capi musulmani Haxhi Qamili, Arif Hiqmeti, Musa Qazimi e Mustafa Ndroqi.[4] Dopo un'amnistia totale, i ribelli chiesero il ritorno dell'Albania sotto la sovranità del sultano dell'Impero ottomano.
Fatti in breve Data, Luogo ...
Rivolta contadina in Albania
Il capitano olandese Hendrik Reimers della Gendarmeria Internazionale, catturato dai ribelli albanesi (giugno 1914)
Il principe Guglielmo di Wied aveva preso il trono del Principato d'Albania il 7 marzo 1914, e ben presto dovette fronteggiare una situazione politica caotica, sia all'interno del paese che con i paesi vicini.[5] Sulla base del Trattato di Londra siglato il 30 marzo 1913 le Grandi Potenze si risolsero il 29 luglio di quello stesso anno a fondare la Gendarmeria Internazionale perché si prendesse cura dell'ordine pubblico e della sicurezza del territorio da poco riconosciuto come Principato d'Albania (1914-1925).[6] Sulle medesime basi, le Grandi Potenze istituirono anche la Commissione Internazionale di Controllo il 15 ottobre 1913, affinché essa assumesse l'amministrazione del nuovo Stato albanese sino alla risistemazione delle istituzioni politiche.[7]
Il principe Guglielmo di Wied dovette confrontarsi con una situazione politica difficile[8]:
Essad Pasha Toptani, che dominava il nuovo governo del Principato d'Albania (1914-1925) essendo sia ministro dell'interno che ministro della guerra. Scegliendo di risiedere a Durazzo invece che a Scutari, il principe di Wied era completamente alla mercé di Essad Pasha.[9]
Essad Pasha Toptani, in quanto ministro della guerra e dell'interno, era contrario a soluzioni pacifiche del problema rispetto alla Dichiarazione d'indipendenza nord epirota del 28 febbraio 1914. Egli si oppose alla Commissione Internazionale di Controllo che credeva che il problema potesse essere risolto per vie diplomatiche. Il principe ed il suo gabinetto di governo accettarono la proposta di Essad Pasha per una decisiva soluzione militare. Intenzionati ad incrementare la forza militare del principato d'Albania, lo Stato acquistò dall'Italia diversi fucili e molte mitragliatrici e armi pesanti dall'Austria da distribuire alla popolazione dell'Albania centrale.
L'idea degli albanesi pro-ottomani
Nel novembre del 1913 le forze albanesi pro-ottomane avevano offerto il trono del principato albanese al ministro della guerra ottomano (di origini albanesi), Izzet Pasha.[13] L'Impero ottomano aveva inviato agenti per incoraggiare la rivolta nella speranza di poter restaurare la sovranità ottomana sull'Albania.[14]Izzet Pasha inviò il maggiore Beqir Grebenali, altro originario albanese, come uno dei capi rappresentanti della rivolta dell'Albania. Il Governo Provvisorio d'Albania sotto il controllo di Ismail Qemali catturò e giustiziò il maggiore Beqir Grebenali. Questo atto volutamente provocatorio del governo di Qemali portò le Grandi Potenze e la Commissione Internazionale di Controllo a forzare Qemali ad abbandonare l'Albania.[15] A quel tempo la Commissione non era in grado di forzare Essad Pasha a lasciare l'Albania.
La rivolta
I contadini favorevoli al governo ottomano credevano che il nuovo regime del Principato d'Albania (1914-1925) fosse di fatto sotto il diretto controllo delle Grandi Potenze, tutte e sei cristiane, e dei proprietari terrieri che amministravano a mo' di feudo le loro terre agricole.[16] La rivolta venne guidata dai capi musulmani Haxhi Qamili, Arif Hiqmeti, Musa Qazimi e Mustafa Ndroqi.[17] Questo gruppo di imam musulmani gravitava attorno ad Essad Pasha Toptani che si era autoproclamato il salvatore dell'Albania e dell'Islam.[18]
Dopo aver ricevuto la notizia che centinaia di ribelli circondavano Shijak il 17 maggio (a soli 10km da Durazzo), Essad Pasha Toptani venne accusato di fomentare una rivolta contro Guglielmo di Wied.[19] Egli venne esiliato in Italia il 20 maggio successivo, senza processo.[20][21] In Italia, egli venne ricevuto con grandi onori sia dai rappresentanti italiani che da quelli austriaci che giocarono grandi ruoli negli intrighi attorno alla rivolta.[22]
Il caos e le rivolte si affievolirono dopo l'esilio di Essad Pasha.[23] Intenzionato ad avere il supporto dei volontari cattolici delle regioni montuose del nord, il principe Guglielmo di Wied nominò il loro capo, Prênk Bibë Doda, quale suo ministro degli esteri nel Principato d'Albania (1914-1925). La Gendarmeria Internazionale raggruppò anche Isa Boletini ed i suoi uomini, in gran parte provenienti dal Kosovo.[24] I gendarmi olandesi assieme ai miridizi cattolici del nord tentarono di riprendere Shijak, ma quando vennero ai primi scontri coi ribelli il 23 maggio, essi vennero circondati e catturati, con il conseguente invio di un nuovo contingente da Durazzo col preciso scopo di liberare i prigionieri. I ribelli lanciarono un attacco diretto a Durazzo con tutte le forze disponibili. La popolazione di Durazzo cadde nel panico ed il principe e la sua famiglia fuggirono verso una nave italiana ancorata nella baia.[25]
Quella sera stessa i ribelli rilasciarono gli ufficiali olandesi e li inviarono al principe di Wied con le loro richieste[26]:
Il principe di Wied nominò il colonnello Thomson quale comandante della difesa di Durazzo. Questi venne ucciso il 15 giugno successivo proprio durante un attacco dei ribelli. Durante le settimane successive gli ufficiali olandesi vennero quasi tutti catturati dai ribelli albanesi. I ribelli presero anche la città di Berat il 12 luglio e Valona, senza combattere, il 21 agosto.[27]
Ad appena una settimana di distanza dalla partenza del principe Guglielmo di Wied da Durazzo il 3 settembre 1914, scoppiò un'altra violenta rivolta. I ribelli strinsero d'assedio Durazzo, imprigionando i sostenitori del principe di Wied, intenzionati a richiamare un principe musulmano sul trono ed a stabilire un senato per l'Albania centrale.[28] Gli insorgenti levarono sulla città la bandiera dell'Impero ottomano.[29] Gran parte della popolazione vivente nelle aree a nord ed a sud dell'Albania si dissociò da questo atto e dalla creazione di un senato per l'Albania centrale, intenzionati comunque ad avere un governo che fosse nazionale.[30]
Gli ufficiali olandesi vennero gradualmente rimpiazzati con ufficiali austroungarici e tedeschi, i primi tra i quali giunsero a Durazzo il 4 luglio di quell'anno.[31] Presto scoppiò anche la prima guerra mondiale dal 4 agosto 1914 e gran parte degli ufficiali olandesi fece spontaneo ritorno nei Paesi Bassi. Nell'autunno del 1914, Essad Pasha decise di accettare l'invito rivoltogli dal senato dell'Albania centrale a fare ritorno in Albania per prendere il potere dello Stato.[32] In un primo momento, egli dovette provvedere alle problematiche finanziarie del suo governo. Successivamente egli si spostò verso Niš, nel Regno di Serbia, dove lui col primo ministro serbo Pašić siglarono un trattato segreto di alleanza tra i due paesi datato al 17 settembre 1914.[33] Nell'ottobre del 1914 Essad Pasha fece ritorno in Albania. Col supporto di Italia e Serbia per la parte economica, egli fu in grado con le proprie forze di prendere Dibër e l'Albania interna oltre a Durazzo.
Duncan Heaton-Armstrong, An Uprising in the Six-Month Kingdom, su albanianhistory.net, Gervase Belfield and Bejtullah Destani (IB Tauris, in association with the Centre for Albanian Studies), 2005. URL consultato il 25 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2011).
«Muslim uprising in central Albania, one of the factors that led to the Prince’s withdrawal from the country and the fall of the so-called six-month kingdom on the eve of the First World War.»
Robert Elsie, Albania under prince Wied, su albanianphotography.net. URL consultato il 25 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2011).
«Wied agreed to accept the Albanian throne, and arrived in Durrës on 7 March 1914… The chaotic political situation both within Albania and with Albania’s neighbours»
Robert Elsie, Albania under prince Wied, su albanianphotography.net. URL consultato il 25 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2011).
«they reached a formal decision on 29 July 1913 that Albania would be an autonomous, sovereign and hereditary principality… newly recognized principality of Albania needed not only a sovereign, but also fixed borders, a government and… public order and security should be assured by an internationally organised gendarmerie.»
Perikli Zaharia, The post-1989 constitutional course of south east europe, su cecl.gr, Athens, Centre for European Constitutional Law, 24 marzo 2003. URL consultato il 22 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 21 gennaio 2011).
«Treaty of May 30, 1913. As it was decided at the London Conference of Ambassadors, the sovereignty of Albania was under the protection of the six great powers: Austria, England, France, Germany, Italy and Russia. At the same time, an International Control Commission was created.»
Duncan Heaton-Armstrong, An Uprising in the Six-Month Kingdom, su albanianhistory.net, Gervase Belfield and Bejtullah Destani (I.B. Tauris, in association with the Centre for Albanian Studies), 2005. URL consultato il 25 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2011).
«Southerners, whose local leaders... irregular bands ..native and Bulgarian “Komitadjis” (an outlaw or brigand)...“Royal” (Essad Pasha’s Own) mounted gendarmes.. Epirotes...troops... peasants...insurgents»
Robert Elsie, Albania under prince Wied, su albanianphotography.net. URL consultato il 25 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2011).
«volunteers from Kosova under their leader Isa Boletini»
Robert Elsie, Albania under prince Wied, su albanianphotography.net. URL consultato il 25 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2011).
«volunteers from Catholic Mirdita and the northern mountains under Simon Doda, nephew of Prenk Bibë Doda»
Robert Elsie, Albania under prince Wied, su albanianphotography.net. URL consultato il 25 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2011).
«pro-Ottoman forces ...were opposed to the increasing Western influence ...In November 1913, these forces, ..., had offered the vacant Albanian throne to General Izzet Pasha ... War Minister who was of Albanian origin.»
Robert Elsie, Albania under prince Wied, su albanianphotography.net. URL consultato il 25 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2011).
«It was obvious to Wied and the Dutch officers that Essad Pasha had his hand in the unrest.»
Duncan Heaton-Armstrong, An Uprising in the Six-Month Kingdom, su albanianhistory.net, Gervase Belfield and Bejtullah Destani (I.B. Tauris, in association with the Centre for Albanian Studies), 2005. URL consultato il 25 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2011).
«Essad would be sent into exile, without a trial.»
Robert Elsie, Albania under prince Wied, su albanianphotography.net. URL consultato il 25 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2011).
Robert Elsie, Albania under prince Wied, su albanianphotography.net. URL consultato il 25 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2011).
«... mostly volunteers from Kosova under their leader Isa Boletini»
Robert Elsie, Albania under prince Wied, su albanianphotography.net. URL consultato il 25 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2011).
«Panic broke out in Durrës, and the royal family sought refuge on an Italian vessel ....»
Robert Elsie, Albania under prince Wied, su albanianphotography.net. URL consultato il 25 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2011).
«total amnesty and the restoration of the sultan...»
Robert Elsie, Albania under prince Wied, su albanianphotography.net. URL consultato il 25 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2011).
«situation was not much better for the Dutch officers in the other parts of the country. ...Berat fell to the rebels on 12 July and Vlora was occupied without a struggle on 21 August.»
«Barely a week after Wied's departure yet another violent revolt, this time led by supporters of Young Turks, laid siege on Durres. The rebels raised Ottoman flag, imprisoned Wied's supporters and called for, upon other things, a Muslim prince.... the insurgents set up a Senate for Central Albania»
Robert Elsie, Albania under prince Wied, su albanianphotography.net. URL consultato il 25 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2011).
«Dutch officers ... were gradually replaced by... German and Austrian officers who arrived in Durazzo on 4 July»